Via libera dell’aula del Senato al dl editoria con 232 si’, 18 no e 30 astenuti. Ora passerĂ alla Camera. Hanno votato a favore del decreto di riordino dei contributi delle imprese editrici, tutti i gruppi, tranne Idv che ha votato contro e Coesione nazionale che si e’ astenuta (ma l’astensione al Senato equivale a voto contrario).
In dissenso dal suo gruppo, Pancho Pardi (Idv) invece ha votato a favore; in dissenso anche Candido De Angelis (Api-Fli) che a differenza del suo gruppo ha scelto l’astensione.
Il Senato ha approvato anche un’altra novita’ che riguarda la pubblicita’ online, comprese le risorse raccolte da motori di ricerca, da piattaforme sociali e di condivisione: rientrera’ nel paniere dei ricavi del Sic (il sistema integrato di comunicazioni) su cui si calcola anche il tetto ‘anti posizioni dominanti’ del 20%. Inoltre viene previsto che le concessionarie di pubblicita’ sul web dovranno essere iscritte nel registro degli operatori di comunicazione.
Approvato anche un emendamento che punta alla delegificazione per i ‘piccoli’ periodici online e un altro che introduce semplificazioni in materia di tariffe postali per l’editoria no profit. Via libera poi a due ulteriori proposte: la prima per contributi pari a 2 milioni l’anno a favore di periodici italiani pubblicati all’estero; la seconda sul mantenimento del contributo alle imprese radiofoniche private che abbiano svolto attivita’ di informazione di interesse generale (come Radio radicale). Infine, con un’altra modifica, si prevede che dalla chiusura del contenzioso con Poste italiane sul rimborso delle tariffe agevolate relative ai primi tre mesi del 2010 devono derivare risparmi per almeno 10 milioni di euro.
Approvati anche degli ordini del giorno sui contributi per le radio, sulla possibilita’ di destinare il 20% della spesa pubblica per la comunicazione istituzionale a giornali di cooperative e giornali di partito, e sull’accesso ai contributi per l’editoria digitale per le iniziative diffuse a mezzo computer, tablet e smartphone. (ASCA)

