12 Aprile 2023
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Equo compenso, legge a metà

La Camera dei deputati ha dato il via libera alla legge sull’equo compenso dei liberi professionisti. Il testo «impone alle imprese bancarie e assicurative (e loro controllate e mandatarie) e alle aziende con più di 50 dipendenti, o con un fatturato di oltre 10 milioni, di versare al professionista a cui affidano incarichi un compenso equo, "proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro" e "conforme ai parametri ministeriali" per la determinazione delle remunerazioni».

redazione

Eppure, commenta Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, «i paletti che riguardano la dimensione e il fatturato delle imprese lasceranno fuori da qualsiasi possibilità di rivendicazione migliaia di cronisti che lavorano per testate piccole e medie, per i quali la messa a punto di forme di contrasto allo sfruttamento dilagante era, e purtroppo resta, il problema da risolvere».

Secondo la nota diffusa dal sito della Fnsi, a detta di Costante «l’unico modo per affrontare compiutamente il problema dell’equo compenso per i giornalisti è dare applicazione alla legge 233 del 2012, che riguarda esplicitamente il settore editoriale». Il suo auspicio che il sottosegretario all’Editoria possa avviare presto «un confronto con le parti sociali per risolvere un problema che, non certo per responsabilità del sindacato dei giornalisti, si trascina da più di un decennio».