5 Maggio 2012
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FISC E FAMIGLIA A FABRIANO: BUSTAFFA (DIRETTORE SIR), I SETTIMANALI CATTOLICI IMPEGNATI IN UNA INFORMAZIONE PENSATA. IL PRESIDENTE UCSI MELODIA:ATTENZIONE AI RISVOLTI ETICI DEI NUOVI MEDIA

FISCFA2Parlare in modo “giusto” della famiglia, riconoscendone il valore, e sostenerla di fronte alle “sfide del nostro tempo”. I 185 settimanali cattolici aderenti alla Fisc, riuniti a Fabriano per il loro convegno nazionale sul tema “La vera emergenza educativa: la famiglia nel lavoro, nella scuola, nello sport”, hanno avuto questa mattina un’occasione di riflessione e dibattito nella tavola rotonda tra il vescovo Claudio Giuliodori (presidente della Commissione Cei per le comunicazioni sociali), lo scrittore Davide Rondoni, il presidente del Forum delle associazioni familiari Francesco Belletti e il sociologo Sergio Belardinelli, moderati dal direttore dell’Agenzia Sir, Paolo Bustaffa.
Le sfide del nostro tempo. “Ritrovare la sfida della fortezza” per una famiglia che torni a essere comunità educante, “stringerci attorno alla famiglia per rigenerarla, sostenerla e aiutarla a essere all’altezza delle sfide del nostro tempo”, è l’esortazione proposta da mons. Claudio Giuliodori. Il presule ha invitato i media, e in particolare quelli del territorio, a “mettersi a fianco dei genitori, nell’alveo di una comunità ecclesiale sempre più consapevole di questa sfida”. La famiglia, ha ricordato, ha un primato “che le è proprio per sua natura e non per convenzione umana”. Qui si gioca – ha rimarcato – quella “sfida decisiva per i nostri giorni”, e se “il crollo demografico è indice inequivocabile dell’inaridimento della trasmissione intergenerazionale”, tre sono le “grandi degenerazioni” da contrastare. Dapprima, ha affermato, la “de-generazione spirituale”, dal momento che “la generazione della vita passa anche dalla coscienza spirituale di aver avuto un dono da Dio, ‘carne della mia carne'”. Poi la “de-generazione culturale” che porta a “rincorrere altri modelli”. Infine una “de-generazione sociale”, data da una società “che non è in grado di tutelare la centralità della famiglia”, facendole pagare “il prezzo più alto”.
Bene da riconoscere. A “parlare bene della famiglia, che vuol dire parlarne nel modo giusto”, ha invitato Francesco Belletti, ricordando come spesso nei media “si parla di famiglia con il plastico di Cogne, oppure come primo luogo di omicidi”. All’estremo opposto, e pure da evitare perché non rende ragione del valore, come pure delle difficoltà della famiglia, il “modello Mulino bianco”. In realtà, ha spiegato, “la famiglia è un bene da riconoscere nelle sue contestualizzazioni” e da rappresentare sapendo che è “strumento di coesione sociale” e luogo in cui si dispiega la “dignità dell’umano”. “Parlare di famiglia – ha rimarcato – significa parlare di uno dei luoghi che generano futuro, speranza e bene comune nel nostro Paese”. Parlarne, però, non basta, “occorre intercettare anche il livello decisionale”, ha aggiunto il presidente del Forum chiedendo politiche che nei fatti la riconoscano e valorizzino. “Alleanza, sussidiarietà e prossimità – ha concluso Belletti – sono le tre parole che caratterizzano buone politiche per la famiglia”.
Educare con gioia e passione. “Non basta solo parlare di emergenza educativa, ma si devono destrutturare nella società alcuni assetti educativi che appartengono al passato e non sono più validi al giorno d’oggi”. Ne è convinto Davide Rondoni, giornalista e scrittore, che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza “dell’educare, in tutti i contesti, con gioia e passione”. “Sia nella scuola sia nella famiglia – ha detto – il saper educare non viene solo dal saper fare. Ancor più importante è avere il coraggio di trasmettere amore per la vita”. Un “amore per la vita” che per Sergio Belardinelli, docente di sociologia all’Università di Bologna, non si può “negare ai giovani”. “Se parliamo di emergenza educativa – ha affermato Belardinelli – i ragazzi senza lavoro sono la testimonianza più evidente e più drammatica di questo disagio. Non dobbiamo commettere il crimine di lasciarli soli, dobbiamo creare delle condizioni che permettano a tutti di uscire da questo periodo di crisi con più libertà e fiducia nei propri mezzi. I rischi e le incertezze che si sono venuti a creare in questi tempi possono offrire grandi opportunità di rinnovamento e innovazione”.
Un’informazione pensata. Moderando la tavola rotonda, il direttore del Sir, Paolo Bustaffa, ha sottolineato l’importanza “di un’informazione pensata e che faccia pensare”, occorre “dire le ragioni della famiglia, cioè della speranza – come si legge nella prima lettera di Pietro – con dolcezza, rispetto e retta coscienza”. Parlare di emergenza, ha aggiunto Bustaffa, non richiama solo la dimensione problematica, di denuncia, ma pure il “lato positivo, dell’emergere, dell’essere immediatamente visibile”. “Ecco, dunque, la famiglia come valore che ‘sta sopra’, sa essere punto di riferimento, una luce che dà speranza e apre al futuro”. In margine alla tavola rotonda ha preso la parola il presidente nazionale dell’Ucsi , Andrea Melodia, rimarcando l’importanza di comprendere “l’universo mediale nella sua complessità”, con un’attenzione particolare ai risvolti educativi ed etici dei nuovi media: anche qui, ha evidenziato, “c’é un’emergenza educativa che riguarda tutti noi, giovani e adulti, in un mondo sempre più interconnesso”. (SIR)