Donna gentile e tenace, era discreta ma sempre acuta nei giudizi, di grande umanità, indipendente, da sempre impegnata nel sociale e nell’insegnamento di “Metodi e tecniche del Servizio Sociale” alla facoltà di Scienze Politiche e direttrice dell’Istituto Regionale per i Servizi Sociali ch si occupa delle politiche contro la povertà e il disagio e della formazione dei volontari. E, sulle decisioni importanti , Romano si faceva sempre consigliare da Flavia, che non si è mai trasferita a Roma o a Bruxelles, e ha sempre continuato a vivere a Bologna. La si poteva incontrare , fino a qualche anno fa, in bicicletta o, anche recentemente,con le borse della spesa a far due chiacchiere con chi la voleva salutare.
Un giorno incrociò i giornalisti in centro città che l’avvisano dell’arrivo di Veltroni con Romano. E lei, senza scomporsi, disse: ”Scongelerò l’erbazzone” (torta salata reggiana con erbe di origine contadina) e quando il marito era a Bologna, lei e Romano a braccetto come due sposini. Quando erano giovani, nel teatrino a fianco della questura, Romano e Flavia facevano Al Bano e Romina “Lui era stonatissimo-ricordava Flavia – unico di nove fratelli a non saper di musica. Io meglio”.
Con Romano si erano conosciuti nell’Azione Cattolica di Reggio Emilia. Erano gli anni del Vaticano II, si approfondivano i lavori conciliari. Aveva anche vinto un concorso di cultura religiosa ed era stata premiata con un viaggio a Roma con altri mille ragazzi di tutte le regioni che incontrarono anche papa Giovanni XXIII a Castel Gandolfo. Ricordava Romano, qualche tempo fa: “Lei era bella, io brutto, però dopo tre anni ce l’ho fatta e oggi siamo qui. Il trucco?La manutenzione. Il segreto è la manutenzione degli affetti, necessaria, perché nella vita ci sono sempre difficoltà e inconvenienti ma se c’è affetto si supera tutto”.
Flavia voleva fare la giornalista ma poi preferì dirottare i suoi interessi su Scienze Politiche per sviluppare i suoi interessi di carattere sociale, mentre Romano, di sette anni più grande, era alla London School of Economics, grande palestra delle dottrine economiche di Keynes. Flavia si laureò con Andreatta e sposò Romano il 31 maggio 1969. Celebrò il rito don Camillo Ruini. E poi la vita che scorre, con la nascita di due figli Giorgio e Antonio e sei nipoti. Flavia non è mai stata “la moglie di….”. Capacità e competenze che l’hanno portata più volte, suo malgrado, al centro della scena politica.
Nel dopo Guazzaloca in tanti le hanno chiesto di candidarsi a sindaco di Bologna, ma lei non si è mai fatta tentare nemmeno per un minuto, dedicando tutte le sue energie ai sistemi di welfare nei vari Paesi e in Italia in particolare. E a chi incitava indirettamente all’evasione fiscale, ricordava che i servizi pubblici come la sanità e la scuola si reggono solo con il contributo di tutti. E di welfare e servizi sociali aveva parlato anche giovedì sera al museo Olinto Marella di Bologna, un museo intitolato a un sacerdote-professore che faceva la questua nel cuore di Bologna per assistere decine di ragazzi rimasti senza famiglia e senza sostentamento a causa della guerra.
“Le politiche europee degli ultimi anni – sottolineava Flavia -, soprattutto per far fronte alla crisi economica, sembrano aver dimenticato la dimensione sociale dell’Europa. La politica economica restrittiva finalizzata al controllo dei debiti pubblici dei Paesi non ha raggiunto gli obiettivi che si poneva e ha sacrificato in molti casi la crescita economica, in particolare gli investimenti in strutture sociali”.
Flavia, 76 anni, ci ha lasciato mentre percorreva un sentiero francescano, in direzione di Assisi. Specchio di una vita trascorsa in cammino, insieme al marito, ai figli, agli amici, alla sua comunità. Il cardinal Matteo Zuppi ha commentato “Non si possono dimenticare Flavia e Romano sempre insieme, anzitutto nella loro parrocchia di San Giovanni in Monte e nelle varie celebrazioni diocesane, offrendo un esempio silenzioso ed eloquente di vita e di fede. E’impossibile riassumere lo spessore intellettuale, le qualità e la passione civile di Flavia Franzoni, sempre così attenta alle fragilità sociali e impegnata a fianco degli ultimi”.
Nel riquadro la copertina del libro ’Insieme’ (Edizioni San Paolo, 2005)