”La legge sull’equo compenso per i giornalisti collaboratori autonomi, appena approvata in sede legislativa in commissione Cultura della Camera, e’ un ottimo passo avanti per il riconoscimento della pari dignita’ morale e materiale di tutto il lavoro giornalistico, a prescindere dalle condizioni di esercizio. E’ anche un atto di recupero di liberta’ e autonomia professionale, sempre piu’ indispensabile in un tempo in cui all’informazione e’ chiesto, ancora piu’ di ieri, di non tacere le cose che debbono essere conosciute dai cittadini per assicurare il loro diritto alla conoscenza e di alimentare il sapere e il pensiero critico”. E’ quanto si legge in una nota della Federazione nazionale della stampa italiana. ‘‘I giornalisti free lance e precari – troppo spesso costretti a contratti individuali capestro e a compensi da fame – sono oggi, infatti, messi in condizione di disagio: poverta’ e paura sono una condizione di illiberta’. Ecco perche’ – prosegue la Fnsi – il provvedimento varato oggi dalla Commissione cultura della Camera ha il pieno sostegno della Federazione Nazionale della Stampa che, anche con un lavoro sindacale specifico fatto dalla propria commissione lavoro autonomo, e’ da anni in campo per la dignita’ di tutti i giornalismi, nonostante gli ostracismi che aveva sin qui subito. Ed e’ importante che tutte le organizzazioni del giornalismo siano impegnate in questa iniziativa e abbiano incontrato il sostegno di formazioni della societa’ civile e associazioni come Articolo21 e i movimenti dei precari. E’ significativo che la legge sull’equo compenso, presentata dal Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Onorevole Moffa, firmata da tutti i gruppi politici, definita in un testo condiviso dal relatore Enzo Carra, nasca per iniziativa parlamentare e si avvale del confronto e della partecipazione con tutte le componenti del mondo dell’informazione professionale. Questo e’ un metodo utile. E, in un caso come questo, si evidenzia anche come, se c’e’ serio e concreto impegno di merito, sia possibile trovare in tempi ragionevoli le vie giuste per affrontare problemi fatti incancrenire dall’inerzia di anni”. ”Adesso la Fnsi auspica che la stessa capacita’ di concertazione e convergenza della Camera abbia una continuita’ istituzionale nel Senato e che, in tempi brevi, in quella sede possa essere espresso il voto che renda la legge definitiva e efficace. Nel tempo di crisi dell’industria dell’editoria, di perdita di tanti posti di lavoro, mettere in linea di chiarezza e di giustizia qualsiasi forma di lavoro giornalistico e’ una strada di indirizzo essenziale alle parti sociali, in particolare agli editori, perche’ il lavoro autonomo venga riconosciuto sul piano dei diritti non solo individuali ma anche collettivi. Nello stesso tempo – conclude la Fnsi -, si tratta di offrire all’industria editoriale un quadro di regole che sono garanzia di lealta’ della concorrenza e, quindi, utile opzione per sfide editoriali piu’ alte nel segno della qualita”’.
ODG:”E’ ”quasi goal” grazie ad una splendida azione di squadra che ha visto protagonisti gli onorevoli Silvano Moffa e Beppe Giulietti, con il coordinamento impagabile del relatore Enzo Carra e l’appoggio costante della presidente Valentina Aprea e degli altri membri della commissione Cultura, i quali hanno sposato un provvedimento nato nella sede dell’Ordine dei giornalisti a conclusione di una pubblica manifestazione nel maggio del 2010”, ha commentato il presidente Iacopino. Il presidente del Consiglio nazionale dell’Odg ha affermato poi che ”e’ quasi goal perche’ ora c’e’ da attendere l’esame e l’approvazione a palazzo Madama in tempi che e’ ragionevole ipotizzare saranno rapidissimi, visto l’impegno formale che con l’Odg ha assunto il presidente del Senato, Renato Schifani fin dal gennaio dello scorso anno. Sono norme che da sole, certamente, non cambieranno la situazione fino a quando non collaborera’ pienamente con l’Ordine chi ha responsabilita’ nella categoria e continua a fingere di non accorgersi o si rende complice attivo nello sfruttamento di migliaia di giovani di ogni eta’ che continuano ad essere compensati con spiccioli di euro”. ”La volonta’ autentica di tutelare i colleghi piu’ discriminati – ha concluso – va testimoniata con l’immediata applicazione della Carta di Firenze per l’attuazione della quale e’ essenziale il contributo dei comitati di redazione che fino ad ora e’ mancato.” (ASCA)

