Linguaggio a Cinque Stelle. L’ira contro la Rai. Contro i giornalisti che dovranno “rendere conto della loro omertà, dei loro attacchi telecomandati, dei loro silenzi”. L’ennesimo attacco di Beppe Grillo ai cronisti della televisione pubblica – “occupata dai partiti, uno scandalo che non fa più scandalo” – non resta senza replica. Tra le risposte, quella di Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti. Che affida il suo commento a un post pubblicato su Facebook. La critica alle parole del capo politico del M5S parte dai toni: “Il leader del M5S, con un linguaggio a cinque stelle, apre il suo cuore per un attimo. Come un innamorato che si sente tradito e perde la ragione e il senso del limite, ruggisce la sua ira con un elegante giro di parole: un giorno gli faremo un c… così…”. Giornalisti replicanti. Poi Iacopino entra nel merito delle critiche. Dopo la collera, Grillo “accusa di omertà i colleghi della Rai, i quali sono responsabili più dei loro padroni, di chi li ha assunti, di chi gli telefona (ma sovente non è neppure necessario) per dettargli palinsesto, contenuti e persino le parole e le pause. Non ci sono più le veline, si è passati direttamente alla dettatura”. Ancora: “Aparte qualche confusione su chi fa i palinsesti, la sensazione è che Grillo abbia fatto il ritratto dei giornalisti. Di quelli che vorrebbe lui, ovviamente”. Replicanti, “pronti a ripetere le sue parole, le sue gag piene di insulti. Quelli, insomma, pronti ad ospitare acriticamente tutti i suoi insulti: a Floris, a Gabanelli, a Rodotà e via seguitando in una intollerabile lista nera senza fine”.(LAREPUBBLICA)

