L'iniziativa all'esame di Montecitorio riceve apprezzamento da Ordine e sindacato. La data scelta è il 3 maggio

Giornalisti uccisi: ci sarà una giornata nazionale per la memoria

una giornata nazione per ricordare i giornalisti uccisi

redazione

C’è una proposta bipartisan per istituire, il 3 maggio di ogni anno (quando si celebra la “libertà di stampa”), la Giornata nazionale in memoria dei giornalisti uccisi a causa dello svolgimento della loro professione. La proposta, primo firmatario Paolo Emilio Russo di Forza Italia ma con sostegno bipartisan, è stata accolta con soddisfazione dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

La proposta per i giornalisti uccisi all’esame della Camera

La proposta di legge prevede specifiche iniziative da parte degli enti locali, delle scuole e delle categorie per «ricordare i giornalisti uccisi, il cui elenco sarà pubblicato nei siti internet istituzionali del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del Consiglio e dell‘Ordine dei giornalisti».

Molto positivo anche il commento del sottosegretario all’Editoria, Alberto Barachini: «In una fase drammatica di conflitti in Europa e in Medio Oriente – una fase in cui ciascuno di noi, cittadino, politico, uomo delle istituzioni è scosso da eventi dolorosi e angoscianti e ha bisogno di capire – è quanto mai cruciale il ruolo dei giornalisti, il ruolo di chi va e vede, di chi a rischio della propria vita è testimone di quello che accade per raccontarlo a tutti noi, per aiutarci a formare la nostra coscienza sui fatti. Nell’era delle manipolazioni possibili a basso costo, come i deepfake, ciò che possiamo definire un fatto, qualcosa che è realmente accaduto, è tutt’altro che scontato. Abbiamo bisogno della presenza dei giornalisti, del loro lavoro. Abbiamo bisogno di chi ha la formazione, la competenza, l’etica deontologica».

«Nel tempo – continua Barachini – tanti giornalisti hanno perso la vita proprio a causa del loro lavoro. Onorare la loro memoria di servitori della democrazia è un dovere e un monito. Dobbiamo essere riconoscenti a tutti coloro che hanno custodito e custodiscono la nostra democrazia e a chi lo fa attraverso la libertà di espressione, che è il pilastro costituzionale su cui si fonda la professione giornalistica».