”Ho paura di vivere in un paese dove ci si permette di arrestare le idee, di metterle in carcere”. Cosi’ il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti ai microfoni del TgLa7 diretto da Enrico Mentana.”Ci sono due fatti che mi insospettiscono: il primo e’ che queste idee sono di una parte di opinione, il secondo e’ che la querela e’ stata fatta da un magistrato ed e’ stata giudicata in modo cosi’ severa da un altro magistrato. E poi c’e’ una considerazione finale: mi preoccupa il silenzio di oggi delle alte cariche dello Stato e del governo che presumo, per motivi di antipatia personale o ideologici, non hanno detto nulla su questa vicenda. Sono sempre molto bravi e molto pronti a enunciare dei principi nei convegni – conclude Sallusti – ma quando devono far sentire la loro voce a difesa di tutti i cittadini, a prescindere dal loro pensiero, spesso battono in ritirata”.
«È inaccettabile che un giornalista per fare il suo lavoro e per le sue opinioni rischi la galera. Non è da Paese civile.Succede solo in Italia e questa è una delle ragioni principali per cui l’Italia è così in basso nelle graduatorie mondiali sulla libertà di stampa». È quanto sottolinea in una nota la Federazione nazionale della Stampa italiana, secondo cui «la condanna al carcere, senza condizionale, per il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, che nei prossimi giorni sarà al vaglio della Corte di Cassazione, è mostruosa e non può essere accettata come atto di giustizia giusta, ancorché dovesse risultare coerente con il codice penale italiano». «Il punto – prosegue il comunicato del sindacato dei giornalisti – è proprio qui: le norme sulla diffamazione e le sanzioni restrittive della libertà personale del giornalista sono retaggio di sistemi non compatibili con la democrazia, con le carte universali dei diritti umani, con la Carta dei diritti europei». «Sicuramente – si legge ancora nella nota della Fnsi – una Corte di Giustizia internazionale competente su queste materie cancellerà questa sentenza e sanzionerà l’Italia per il danno recato, perché in caso di conferma della condanna il collega Sallusti dovrebbe intanto cominciare a scontare la pena in carcere per reato di opinione». Per la Fnsi «è incredibile che, dopo anni di denunce e di casi eclatanti di questo tipo, persino di intervento del capo dello Stato che in una vicenda simile che colpì l’ex direttore Iannuzzi intervenne con l’atto di grazia, nulla sia stato fatto per cancellare queste norme liberticide dal nostro Codice. La Fnsi non ha mai cambiato idea su questo punto. Sostiene infatti il diritto alla libertà di informazione e le ragioni di tutti giornalisti, oggi nello specifico di Alessandro Sallusti». «Il sindacato dei giornalisti – conclude la nota – quindi torna a sollecitare il Parlamento ad avviare riforme che liberino il nostro Paese e lo pongano allo stesso livello di civiltà giuridica delle nazioni a democrazia avanzata».
“L’ipotesi che il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, finisca in carcere per diffamazione induce a chiedersi se l’Italia è davvero la culla del diritto”. E’ quanto si legge in una nota dell’ordine dei giornalisti. “In quale Paese al mondo si può essere condannati a 14 mesi di detenzione per omesso controllo, in relazione ad un articolo scritto da altri, con una sanzione che passa nei due gradi di giudizio da 5.000 euro di multa al carcere?”.”Gli è stato impedito di difendersi” – “Emerge poi, a quanto si legge, che in Appello Sallusti non è neanche stato assistito dal suo difensore di fiducia, che non sarebbe stato reperibile. Prima ancora di chiedersi che fine abbia fatto quel legale e se il suo Ordine professionale ne sa qualcosa – si legge ancora nel documento – viene da domandarsi se era davvero impossibile differire quell’udienza per riconoscere a Sallusti il sacrosanto diritto ad una difesa non rituale. In un mondo, quello della giustizia, che accumula ritardi di anni, che cosa ha impedito un breve rinvio? Qualcuno risponderà? Ad esempio il ministro della Giustizia, Paola Severino”. (ASCA, FNSI,ODG)

