“L’informazione è un bene pubblico. E’ questa la parola d’ordine che accomuna oggi i giornalisti europei in occasione della manifestazione “Stand up for journalism”, che si e’ celebrata a Roma per iniziativa della Federazione Europea di categoria (Efj). Per questo evento si sono riuniti i vertici della Fnsi (Siddi e Natale), dell’Ordine Nazionale dei giornalisti (Enzo Jacopino), dell’Inpgi (Andrea Camporese), della Casagit (Daniele Cerrato) e del Fondo Pensione Complementare (Marina Cosi), richiamando due emergenze: l’urgenza che lo Stato mantenga l’impegno costituzionale a sostenere il pluralismo dell’informazione e quindi ripristini i finanziamenti destinati a sostenere di idee, cooperativi e di comunità, la lotta al precariato e alle condizioni di povertà e di forti pressioni improprie che si abbattono su migliaia di giornalisti, come capita per la moltitudine dei precari che popolano il Paese e particolarmente il lavoro intellettuale.
Il segretario e il presidente della Fnsi, Franco Siddi e Roberto Natale, ,hanno ribadito l’interesse del sindacato affinché le risorse pubbliche siano distribuite in maniera selettiva e rigorosa e non corrispondano ad un finanziamento “mascherato” a questa o quella “frazione politica”. Condizione qualificante e parametro centrale per le assegnazioni di contributi pubblici, secondo nuove regole trasparenti e neutrali rispetto a qualsiasi potere, deve essere l’occupazione giornalistica regolare, il rispetto del contratto di lavoro, il giusto compenso e la corretta protezione sociale per le attività professionali richieste ai freelance. Ciò premesso,Siddi e Natale hanno tuttavia riproposto l’urgenza di un impegno dal quale dipende la sopravvivenza di decine testate che per la loro natura non possono vivere solo delle provvidenze del mercato e ricadono nell’obbligo costituzionale dello Stato di assicurare ogni iniziativa idonea perché siano garantiti pluralismo e libertà dell’informazione. Da qui – tanto più nella stagione di tumultuoso e critico cambiamento che investe le attività dei media -il dovere di intervento dello Stato, anche con finanziamenti pubblici a sostegno dell’informazione nella considerazione che il giornalismo etico, cioè incardinato sui principi dell’ordinamento professionale e del contratto di lavoro, sia un bene pubblico senza il quale nessuna democrazia funziona nel migliore dei modi. La “Giornata europea del Giornalismo bene pubblico” si e’ conclusa con l’impegno di promuovere iniziative regionali e nelle redazioni tese a evidenziare i valori emersi nel dibattito e i problemi specifici di precariato e la qualità dei giornali. In tutti i luoghi di lavoro, inoltre, e’ stato chiesto ai colleghi di promuovere almeno un minuto di silenzio per ricordare i giornalisti uccisi, pesantemente intimiditi o minacciati, in tutto il mondo, dalle mafie, dalla criminalità organizzata, da centrali del terrore, ridotti al silenzio da regimi liberticidi, caduti nei teatri di guerra. Inoltre il presidente dell’Odg, Enzo Iacopino si e’ domandato: “Cosa può fare l’Ordine?” aggiungendo che occorre “far rispettare la legge. Anche se, purtroppo, non è quella che vorremmo e che stiamo tentando di far cambiare dal Parlamento. Gli editori ci usano regolarmente. Dobbiamo trovare una strada – propone Iacopino – per imporre agli editori il rispetto del nostro lavoro”. (FNSI, ODG)

