Dice Riffeser Monti, presidente della FIEG, che “per misurare il livello di pluralismo informativo occorre tenere conto delle radicali trasformazioni che hanno interessato il settore”. Non più il criterio delle ‘copie tirate’ come si fa da quasi 40 anni, ma una valutazione più ampia e contestualizzata, come chiede anche l’Agcom.
Del resto, il Testo Unico dell’Audiovisivo del 2021 ha già previsto questa novità.
I nuovi criteri dovrebbero tener conto anche dell’integrazione con gli altri mezzi di comunicazione.
“Gli editori chiedono al Governo di recepire la segnalazione dell’Agcom all’interno della riforma sistemica e complessiva dell’editoria, quanto mai necessaria ed urgente”

