1 Ottobre 2011
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INFORMAZIONE: LA CAMORRA BLOCCA LA DIFFUSIONE DEL QUOTIDIANO DELLA PENISOLA SORRENTINA, METROPOLIS.IN PRIMA PAGINA LA NOTIZIA DELLE NOZZE DEL RAS PENTITO. IL DIRETTORE:LIMITATA LA LIBERTA’ DI STAMPA .OSSERVATORIO GIORNALISTI:”E’ UNA GUERRA”

C_2_articolo_1023085_imageppCi sarebbe la pubblicazione di una notizia “sgradita” ai familiari di un esponente del clan camorristico dei D’Alessandro dietro all’atto di intimidazione subito dal quotidiano “Metropolis”, diffuso nella penisola sorrentina e nel salernitano. Alcune persone si sarebbero presentate nella redazione del giornale chiedendo di fermare la diffusione del quotidiano.Si tratterebbe dei familiari di Salvatore Belviso, esponente del clan D’Alessandro, il quale si trova in carcere. La notizia “sgradita” riguarderebbe lui: l’edizione Sud di “Metropolis” riportava delle sue nozze in galera, definendolo “pentito”. Nella loro visita alla redazione avrebbero intimato di bloccare la diffusione nelle edicole dell’edizione odierna e bloccare la messa in onda della prima pagina dell’edizione Sud nel corso della rassegna stampa del mattino di Metropolis tv. Nella denuncia presentata ai carabinieri si legge che nel frattempo qualcuno avrebbe fatto il giro delle edicole di Castellammare strappando le locandine del giornale e invitando gli edicolanti a non venderlo.
Il tutto è stato denunciato dal direttore responsabile Giuseppe Del Gaudio ai carabinieri del comando di Torre Annunziata che sul caso hanno aperto un’inchiesta. “E’ un episodio gravissimo – dichiara Del Gaudio – è una vera e propria intimidazione che mira a limitare la libertà di stampa. Questo gesto non fermerà il nostro lavoro di cronisti che hanno sempre raccontato i fatti del nostro territorio”.
Belviso, cugino del capoclan Vincenzo D’Alessandro e ritenuto suo braccio destro per gli affari illeciti nell’are di Castellammare di Stabia era stato fermato il 10 ottobre 2009 con l’accusa di essere uno dei presunti autori dell’omicidio di Luigi Tommasino, il consigliere comunale del Pd ucciso il 3 febbraio dello stesso anno a Castellammare.
L’osservatorio sui giornalisti minacciati: “E’ una guerra”
Per Arnaldo Capezzuto di “Ossigeno per l’Informazione”, osservatorio permanente dell’Ordine dei Giornalisti e della Federazione nazionale Stampa Italiana sui giornalisti minacciati, ciò che è accaduto oggi segna un salto di qualità nella tecniche utilizzate dalla camorra per cercare di controllare l’informazione. “Si è trattato di un attacco forte, strutturato e organizzato quasi militarmente che ha preso di mira la redazione e contemporaneamente le edicole di un’area decisamente vasta”. Capezzuto racconta che l’osservatorio si è già dovuto occupare di Metropolis.
“Sono giornalisti veri, che lavorano sul campo occupandosi di nera e giudiziaria senza cedere a ricatti o cadere nell’autocensura”. Per questo hanno subito 4 attacchi nell’ultimo anno. “E’ una guerra. I clan hanno capito la potenza dell’informazione e fanno di tutto per manipolarla a loro favore”. La notizia di oggi non doveva uscire perché riguardava un graduato del clan, un sottocapo. Sapere della sua volontà di collaborare con la giustizia avrebbe avuto conseguenze deflagranti negli equilibri dell’organizzazione. (TMNEWS)