
Il totale è inferiore ai 152 morti registrati nel 2012, ma si è verificato un aumento degli attacchi, minacce e rapimenti rivolti ai giornalisti, che spesso non vengono denunciati, si legge nello studio dell’Insi, intitolato “Killing the Messenger”. Le vittime sono principalmente reporter locali: 123 professionisti dell’informazione sono morti mentre coprivano notizie del proprio paese. Dei 20 morti registrati in Siria, 16 erano del posto.
“La maggior parte dei giornalisti è stata attaccata direttamente e gli spari sono stati la prima causa di morte (in 85 casi)”, continua il rapporto. Altri reporter sono stati uccisi in esplosioni, accoltellamenti, pestaggi, strangolamenti, tortura o incidenti.Dopo Siria e Iraq, citati dall’istituto come i paesi più pericolosi per i giornalisti lo scorso anno, seguono Filippine (14), India (13) e Pakistan (9). Nel 2012, 28 reporter erano morti in Siria, 18 in Somalia, 12 in Nigeria, 11 in Messico e 11 in Pakistan. (INSI)