È il frutto di un lavoro lungo due anni fatto dai 46 stati membri e da 11 che non fanno parte dell’organismo. Hanno partecipato, in qualità di osservatori, anche rappresentanti del settore privato, della società civile e del mondo accademico”. Dovrà “garantire il rispetto dei diritti umani, dello Stato di diritto e degli standard giuridici democratici nell’uso dei sistemi di intelligenza artificiale”.
Potranno aderire anche i Paesi extraeuropei
La convenzione dunque “adotta un approccio basato sul rischio per la progettazione, lo sviluppo, l’uso e la disattivazione dei sistemi di intelligenza artificiale, che richiede un’attenta considerazione di eventuali conseguenze negative dell’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale”.

