Nonostante l’impatto dell’intelligenza artificiale sul giornalismo, sia già molto evidente, in Italia il processo di adozione della tecnologia nel Paese è molto al di sotto della media europea. Lo sostiene Confindustria, che chiede da un lato una visione di sistema, dall’altro adeguati percorsi di formazione.
Nel nostro Paese sono 241 i “casi d’uso attivi di Intelligenza Artificiale in 76 aziende, distribuite nei principali settori strategici: manifattura, sanità, mobilità sostenibile, pubblica amministrazione e turismo”.
Intervengono sulla diagnosi clinica, sulla manutenzione dei mezzi pubblici, sulla logistica.
Ma in realtà, si legge nel rapporto su dati Istat, “solo l’8,2% delle imprese italiane con almeno 10 addetti utilizza l’IA, contro una media UE del 13,5%. Nelle imprese più piccole il dato scende all’1,4% se si considerano almeno tre applicazioni aziendali”.
“Costi e competenze” sono gli ostacoli principali, nella metà delle situazioni.
Di quai la necessità “di una strategia che unisca imprese, istituzioni e università, puntando sulla valorizzazione dei dati aziendali, sulla formazione digitale, sulla diffusione di casi d’uso replicabili”.