24 Giugno 2025
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Lo sostiene Confindustria a confronto con gli altri Paesi europei. Eppure, nel giornalismo si è già avviata una nuova era

Intelligenza artificiale? L’Italia è indietro

anche la Fieg plaude alle garanzie di Von der Leyen sul sostegno all'editoria

Franco Maresca

Nonostante l’impatto dell’intelligenza artificiale sul giornalismo, sia già molto evidente, in Italia il processo di adozione della tecnologia nel Paese è molto al di sotto della media europea. Lo sostiene Confindustria, che chiede da un lato una visione di sistema, dall’altro adeguati percorsi di formazione.

Nel nostro Paese sono 241 i “casi d’uso attivi di Intelligenza Artificiale in 76 aziende, distribuite nei principali settori strategici: manifattura, sanità, mobilità sostenibile, pubblica amministrazione e turismo”.

Intervengono sulla diagnosi clinica, sulla manutenzione dei mezzi pubblici, sulla logistica.

Ma in realtà, si legge nel rapporto su dati Istat, “solo l’8,2% delle imprese italiane con almeno 10 addetti utilizza l’IA, contro una media UE del 13,5%. Nelle imprese più piccole il dato scende all’1,4% se si considerano almeno tre applicazioni aziendali”.

“Costi e competenze” sono gli ostacoli principali, nella metà delle situazioni.

Di quai la necessità “di una strategia che unisca imprese, istituzioni e università, puntando sulla valorizzazione dei dati aziendali, sulla formazione digitale, sulla diffusione di casi d’uso replicabili”.