14 Ottobre 2013
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IRPILEAKS, UN PORTALE TUTTO ITALIANO PER IL GIORNALISMO INVESTIGATIVO

irpileaks web it-500x307Ambisce a diventare una Wikileaks italiana. «La piattaforma online IRPILEAKS è stata creata per permettere a chiunque di denunciare abusi, illeciti e crimini restando anonimo, così da non rischiare esposizioni mediatiche o ripercussioni sulla vita personale e lavorativa» afferma https://twitter.com/aisselax&lpos=h”>Alessia Cerantola, cofondatrice dell’https://irpi.eu/&lpos=homearticle-b”>Investigative Reporting Project Italy, l’organizzazione che ha ideato il portale. L’IRPI è il primo centro italiano di giornalismo d’inchiesta transnazionale. Fondato nel 2012 da otto giovani reporter, conta nel comitato scientifico professionisti quali Milena Gabanelli e David Leigh, capo redattore dell’ufficio inchieste del The Guardian.
IRPILEAKS è la prima piattaforma per segnalazioni anonime creata in Italia. «All’estero – spiega Alessia – ne esistono varie da tempo». Una di queste è StrongBox, lo spazio del The New Yorker per fonti che vogliono mantenere segreta la propria identità, un’altra è l’olandese https://www.publeaks.nl/&lpos=homea”>Publeaks. Ma l’esempio più noto è certamente Wikileaks, il progetto di Julian Assange, che ha realizzato alcuni dei più importanti scoop degli ultimi anni rivelando i segreti di diversi governi, a iniziare da quello statunitense.
Portali come questi possono dare un grande contributo alla trasparenza nel nostro Paese, contribuendo a sconfiggere l’omertà di cui è imbevuta la società italiana, dove la denuncia è percepita spesso come una delazione invece che come un importante servizio alla collettività. In Italia, del resto, non esiste neanche una termine per indicare il “whistleblower”, ossia colui che, appartenendo o lavorando per un organizzazione o un’azienda, ne denuncia pubblicamente attività illegali o contrarie alle regole della civiltà.
Concretamente IRPILEAKS sfrutta la tecnologia di https://globaleaks.org/&lpos=homear”>Globaleaks, sviluppato a Milano dal Centro Studi Hermes per la trasparenza e i diritti umani in rete. Per inviare una segnalazione ai reporter dell’IRPI basta scaricare e installare nel proprio computer il software di comunicazione anonima https://www.torproject.org/&lpos=ho”>The Onion Router (TOR),gestito dall’associazione senza scopo di lucro The Tor Project, ed entrare nella piattaforma, non accessibile da altri motori di ricerca. Una volta dentro è possibile trasmettere anonimamente le informazioni allegando eventuali documenti a sostegno.
«Ogni leak, – spiega Alessia – viene verificato con le tecniche del giornalismo investigativo e, se vero e rilevante, può essere il punto di partenza per un’inchiesta che renderà pubblici gli scandali, le corruzioni o gli abusi segnalati dalla fonte». Un’inchiesta, ad esempio, come quella realizzata da alcuni dei reporter dell’IRPI sul triplo concentrato di pomodoro cinese, pubblicata dal The Guardian.
Per raccogliere i fondi necessari a coprire i costi di base di questo nuovo progetto è stata lanciata una campagna di crowdfunding su Indiegogo. L’IRPI infatti è un’organizzazione non profit e i suoi giornalisti al momento lavorano tutti su base volontaria. «Le spese per realizzare le inchieste – racconta Alessia –, vengono coperte, con fatica, da fondi come quelli dell’European Fund for Investigative Journalism».
IRPILEAKS dunque è una scommessa ambiziosa che sembra poter riscuotere successo. Nonostante sia online solamente da pochi giorni – è stato lanciato lunedì 7 ottobre – ha già ricevuto svariate segnalazioni delle più diverse tipologie, segno che anche in Italia esiste un forte desiderio di denuncia. (CORRIEREDELLASERA)