La Corte di Cassazione (sentenza n. 98/2025) ha riaffermato «il diritto dei giornalisti a proteggere le proprie fonti, delineando i limiti costituzionali all’azione dele procure».
C’è dunque un opportuno bilanciamento tra esigenze investigative (cioè l’efficacia dell’azione penale) e diritti fondamentali, come quello della protezione delle fonti. Esso non può essere compresso «per finalità generiche o in assenza di controllo giurisdizionale effettivo ».
Insomma, ed è il dato che emerge, «la protezione delle fonti non è solo un dovere etico del giornalista, ma un diritto costituzionale dei cittadini».
Positivo il primo commento alla decisione della Cassazione da parte della Federazione nazionale della Stampa.