Nell’occasione papa Francesco ha rinnovato l’invito a seguire “il carisma del fondatore” ma anche “le orme di San Paolo”. Chiedendo di “redimere la comunicazione dallo stato in cui è oggi”.
Il pontefice sottolinea che la vocazione dei paolini è quella di “comunicare in modo pulito, evangelicamente”, perché quella pulizia, onestà e completezza manca ai mezzi di comunicazione di oggi, e la “dis-informazione è all’ordine del giorno: si dice una cosa ma se ne nascondono tante altre”.
L’originalità è “essere chiari, trasparenti”, è mettere se stessi nei discorsi e “in questo senso, i comunicatori sono poeti”.
Aggiunge il Papa che “non è sufficiente utilizzare i mezzi di comunicazione per propagare il messaggio cristiano e il Magistero della Chiesa; occorre integrare il messaggio stesso nella nuova cultura creata dalla comunicazione moderna”.
Paolo, sottolinea Papa Francesco, “non agiva da solo, come un eroe isolato, ma sempre in collaborazione con i suoi compagni di missione”, e dunque da lui si deve imparare a lavorare in squadra e ad essere “artigiani di comunione, utilizzando i mezzi di comunicazione più efficaci e aggiornati per arrivare con la Buona Notizia alle persone dove e come vivono”.