Assunta Corbo (2024)
LE PERSONE HANNO SEMPRE MENO FIDUCIA NELL’INFORMAZIONE MAISTREAM. L’ALTERNATIVA È IL GIORNALISMO COSTRUTTIVO, CHE PUÒ AVERE UN IMPATTO REALE E POSITIVO SULLA SOCIETÀ.
Il giornalismo non sparirà ma necessita una trasformazione. È bene chiarire questo aspetto prima di immergerci in qualche riflessione sulla professione e sul suo futuro.
Il Reuteurs Digital News Report del 2023 parla di un tasso di fiducia nei media italiani pari al 34% (abbastanza stabile dal 2015 a oggi)1. Questo dato, che racconta un deficit di credibilità, ci invita
a ragionare sullo stato dell’informazione italiana e su dove possiamo guardare per creare una nuova narrativa intorno alla professione.
COME SI INFORMANO GLI ITALIANI
Secondo il “19mo Rapporto sulla Comunicazione” del Censis pubblicato a marzo 20242, nel 2023 abbiamo assistito a un calo dell’utilizzo delle fonti d’informazione tradizionali a favore di quelle digitali tout court. Questo ha coinciso con un nuovo trend, che vede l’ingresso di alcuni social network
nella categoria delle fonti d’informazione. La conseguenza è stata un addensamento dell’utenza dei media digitali, andata anche a scapito di quelli più maturi e storici. I dati dell’indagine raccontano che i telegiornali, sebbene come fonti di informazione restino in testa tra i media tradizionali, sono passati dal 51,2% al 48,3% (con una perdita nell’ultimo anno di quasi 3 punti percentuali e il 10,8% in meno rispetto al 2019). Dando uno sguardo ai media digitali si nota un calo di Facebook che passa dal 35,2%
del 2022 al 29,7% (-5,5%) con una conseguente ascesa dei motori di ricerca. Questi ultimi sono il mezzo d’informazione più cresciuto nell’ultimo anno (+6,2%) con il 29,6% delle preferenze e una crescita positiva sin dal 2019 (8,9%). I siti d’informa- zione più tradizionali si attestano al 16,2% con un calo del 3,1% nell’ultimo anno. Riduzione che interessa anche i quotidiani digitali passati dal 14,3% all’11,8% di lettori nell’ultimo anno. Tornando ai social network, va notato l’exploit di YouTube come fonte d’informazione che dal 2019 al 2023 ha registrato un incremento del 6,6%, per assestarsi nell’ultimo anno su un’utenza pari al 18,5%. Si registra anche un ingresso trionfale di Instagram considerato, dal 15,3% degli utenti, una fonte d’informazione a tutti gli effetti.
Questi dati ci dicono una cosa importante: le persone non hanno smesso di informarsi. Stanno scegliendo nuovi mezzi, nuove modalità e diverse piattaforme. Il bisogno di informazione permane, quindi. E questo è rassicurante. C’è un altro dato che lo è altrettanto e che emerge dal rapporto del Censis.
Cresce il volume delle persone che cercano un’informazione indipendente e di qualità, che sia libera da
condizionamenti e più approfondita. Tra quanti non si fidano dei grandi media si trova chi ritiene che siano condizionati dalla politica (il 77,7%) e chi ritiene che propongano un’informazione distorta da interessi economici (72,3%). Questi condizionamenti vengono ritenuti un pericolo per la democrazia dal
68% delle persone. Il 48,1% ammette di fidarsi solo delle informazioni
diffuse da soggetti non appartenenti ai grandi media. Sebbene, ed è giusto evidenziarlo, questa scelta
non sia priva di pericoli. E penso alle fake news e alla cattiva informazione. Un rischio, però, che il pubblico sembra essere disposto ad accettare.
Facciamo un ultimo viaggio nel gruppo di dati che raccontano la percezione che il pubblico ha dell’informazione. Il 73,4% degli intervistati sostengono che le opinioni degli esperti sono importanti per l’interpretazione delle notizie, perché consentono di capire meglio il senso degli avvenimenti. Sono in tanti a ritenere che sia ormai difficile distinguere le notizie vere dall’informazione falsa e dalla propaganda (il 72,6%). Che tante notizie possano creare confusione e non aiutare ad orientarsi nella vita quotidiana è un’opinione condivisa dal 67,5%, mentre il 56,7% è convinto che la responsabilità degli editori sia una garanzia per i cittadini, ai fini della veridicità dei contenuti da pubblicare.
I PRINCIPI DEL GIORNALISMO COSTRUTTIVO
La risposta a questo scenario che si è andato delineando negli ultimi decenni è il giornalismo costruttivo. Con questa definizione ci riferiamo a un approccio che cerca di ampliare la copertura delle notizie tradizionali, includendo soluzioni e risposte alle problematiche sociali. Non si tratta di ignorare le notizie negative o di dipingere un quadro troppo roseo della realtà, ma di offrire una visione più completa e bilanciata dei fatti, evidenziando anche le iniziative positive e i progressi fatti per affrontare le sfide. Possiamo soffermarci su tre principi intorno ai quali ruota il giornalismo costruttivo.
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Equilibrio e completezza: proponendo una visione equilibrata delle notizie – che include contesto, problemi e soluzioni – esso garantisce una comprensione più completa della realtà che viviamo e aiuta a evitare cinismo e mancanza di speranza.
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Orientamento alle soluzioni: vengono messe in luce le iniziative che funzionano e che possono essere replicate altrove. L’obiettivo non è quello di promuovere soluzioni semplicistiche, ma l’analisi critica e costruttiva di ciò che sta funzionando e del perché.
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Collaborazione: fondamentale è il coinvolgimento di esperti, comunità locali e stakeholder per ottenere una visione più profonda e dettagliata delle tematiche trattate. Questo aiuta a costruire una narrativa più inclusiva e partecipativa.
L’INVERSIONE A U
Come raccontato nel volume “Inversione a U. Come il giornalismo costruttivo può cambiare la società” scritto a quattro mani con Mariagrazia Villa, docente di etica dei media, il giornalismo costruttivo consente il recupero di una relazione con il pubblico e le comunità. Accoglie quella trasformazione necessaria oggi e si apre alle nuove esigenze delle persone d iquesto tempo. Esigenze di chiarezza, autenticità, ascolto, approfondimento.
I dati citati in questo contributo parlano chiaramente della necessità di ricostruire una relazione sana tra i professionisti e le professioniste dell’informazione e le persone che abitano le comunità a cui ci rivolgiamo. Se è vero che il mondo diventa sempre più complesso nelle sue dinamiche, allora diventa necessario che i giornalisti e le giornaliste aprano la propria valigia degli attrezzi del mestiere per recuperare il senso di responsabilità, la curiosità, la vocazione e il ruolo di professione al servizio delle persone. Questa è l’inversione a U proposta. Quella che condurrà inevitabilmente a incrementare la
fiducia nei media e a migliorare la percezione del pubblico rispetto alla professione. Di conseguenza vedremo crescere il coinvolgimento di quella fetta di persone che, secondo il rapporto del Censis citato, cercano l’approfondimento, l’indipendenza e la chiarezza.
Promuovendo soluzioni e storie di successo, il giornalismo costruttivo può avere un impatto reale e positivo sulla società. Può contribuire a creare un cambiamento sociale, ispirando altri a replicare le buone pratiche e a prendere iniziative per risolvere problemi comuni.
La speranza nasce dalla percezione di poter fare qualcosa concretamente, dalla motivazione che si genera quando comprendiamo che un pensiero può essere trasformato in realtà. Tutti i visionari che hanno cambiato la storia dell’umanità hanno tratto forza dalla speranza.
Martin Luther King, Mahatma Gandhi, Marie Curie hanno avuto un tratto caratteristico in comune: hanno14 creato nuovi mondi sulla base di ciò che sembrava loro possibile. Avere un atteggiamento mentale orientato alla soluzione significa concentrarsi su ciò che possiamo fare per risolvere un problema anziché lamentarsi o sentirsi impotenti di fronte ad esso. Ciò ci consente di sviluppare una mentalità più proattiva e di trovare modi creativi per superare gli ostacoli.
Quando ci concentriamo sulla risoluzione dei problemi anziché sull’individuazione di colpe o responsabilità, siamo in grado di lavorare insieme per trovare soluzioni che funzionano per tutti. Questo crea un moto di collaborazione e di condivisione tra i membri della comunità, contribuendo acostruire un senso di fiducia e di solidarietà.
L’autrice, ASSUNTA CORBO, è Direttrice responsabile di News48