20 Settembre 2024
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La nostra sfida per salvaguardare la libertà di stampa

La mia riflessione arriva a conclusione del festival del giornalismo del Mediterraneo che si è svolto ad Otranto ed ha visto confrontarsi tantissimi colleghi e colleghe che raccontano giornalmente la guerra e si sono confrontanti sul tema: "Deontologia, giornalismo e democrazia”. In quell’occasione l’Ucsi ha proposto una nuova sfida e si è posto come cerniera tra Ordine, sindacato e associazionismo. Un’alleanza forte tra tutti i giornalisti dei Paesi del Mediterraneo per ribadire la condanna agli attacchi al diritto di cronaca. Sicurezza, diversità, dialogo e pace.

Salvatore Di Salvo

Sono le parole chiave che dovrebbero essere messe al centro del dibattito internazionale. La libertà di informazione è in pericolo in tanti Paesi, a causa di ostacoli legali posti ai giornalisti nella ricerca di informazioni. Senza questa libertà è impossibile avere un pluralismo di informazioni e si mette in crisi la stessa democrazia. In questo momento la nostra professione è messa a dura prova. La libertà di stampa non è mai troppa. Sulla base del conformismo cent’anni fa ci siamo ritrovati senza voce, quando i giornali non potevano dare le notizie per non trasmettere insicurezza agli italiani. Oggi non siamo a quel livello di conformismo, ma è comunque importante ribadire che la democrazia va difesa, che la libertà di stampa va salvaguardata ogni giorno. Il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni è legato proporzionalmente allo stato di salute della democrazia di un Paese.

Stando al World Press Freedom Index 2023, l’annuale rapporto sulla libertà di stampa di Reporter Sans Frontier (RSF), pubblicato in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, che si celebra ogni anno il 3 maggio, l’Italia si posiziona al 41° posto della classifica su 180 Paesi migliorando la sua posizione rispetto al 2022. Un segnale positivo in un quadro che mostra però ancora forti criticità, troppe. Ai primi posti della classifica quasi tutti i Paesi nordici: sul podio, in rigoroso ordine, ci sono Norvegia, Irlanda e Danimarca, con Svezia e Finlandia a completare la top 5.

In generale la libertà di stampa nel mondo sarebbe peggiorata con la guerra in Ucraina che avrebbe contribuito a “una maggiore aggressività da parte delle autorità di molti Paesi e di una crescente animosità nei confronti dei giornalisti sui social media e nel mondo reale”.
Un ruolo centrale lo occupa l’intelligenza artificiale che, sempre secondo il report, sta “provocando ulteriore scompiglio nel mondo dei media”. Il nostro Paese ha un punteggio medio di 72.05 e quindi nella fascia “soddisfacente”, ma la strada verso il podio è ancora lunga.
Secondo il report dell’Ong francese è la criminalità organizzata, soprattutto nel sud del Paese, oltre che vari gruppi estremisti violenti, aumentati notevolmente durante la pandemia, a minare la libertà di stampa nel nostro Paese. L’Italia brilla poco negli indicatori economici, dove non si raggiunge la sufficienza, e in quelli politici dove ci sarebbe stato un passo indietro rispetto allo scorso anno. Un miglioramento si è avuto invece rispetto alla sicurezza e agli aspetti legislativi, anche se il divario con la stampa del Nord Europa resta sempre molto ampio.

Nel contesto politico, in particolare, i giornalisti italiani godono per la maggior parte di un clima di libertà. “A volte, però, – si legge nel report – cedono alla tentazione di autocensurarsi, sia per conformarsi alla linea editoriale della propria testata giornalistica, sia per evitare una causa per diffamazione o altra forma di azione legale, sia per paura di rappresaglie da parte di gruppi estremisti o della criminalità organizzata”.

Ed allora ci si rende conto come la libertà di stampa abbia ancora delle catene invisibili, sottili, ma resistenti. Garantire un’informazione libera e plurale è una sfida di non semplice risoluzione, soprattutto nell’era del digitale.

Con un click è possibile accedere ad un mare di informazioni. Ma non sempre è semplice navigare in questo mare. Cosa significa allora essere liberi di esprimersi? Quale interpretazione si può dare?
Domande a cui bisogna rispondere con grande coscienza e onestà intellettuale.

Anche dove la libertà di stampa sembra acquisita è importante capire che questo principio va interpretato ogni giorno in rapporto alle reali possibilità e alle reali volontà di garantire un’informazione approfondita e pluralista. Bisogna non solo essere cani da guardia della democrazia, ma anche il baluardo di una sfida per la conquista o il mantenimento della democrazia.

L’autore, Salvatore Di Salvo, è il segretario nazionale dell’Ucsi