4 Maggio 2025
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La ripresa di un dialogo costruttivo tra i diversi gruppi sociali e una revisione critica dei modelli di leadership politica e imprenditoriale potrebbero aiutare a ricucire la nostra società.

Le fratture invisibili: una società sotto stress

Quale riflessione utile anche per chi opera nella comunicazione a livello professionale

aumentano le fratture sociali nell'Italia contemporanea

Francesco Pira

L’Italia contemporanea si trova a un bivio, segnata da una serie di tensioni sociali che rischiano di minare la coesione della sua struttura. Le fratture che una volta definivano il nostro Paese, come quella tra città e campagna o tra Stato e Chiesa, sembrano aver perso la loro centralità, mentre nuove divisioni stanno emergendo con forza.

La crescente disuguaglianza economica, il distacco tra élite e popolo, e le tensioni derivanti dalla diversità sociale e culturale sono solo alcuni degli aspetti, che emergono dall’analisi delle disuguaglianze in atto. Enzo Risso, in un articolo pubblicato su Il Domani, offre una riflessione approfondita su queste fratture, tracciando un quadro inquietante ma necessario per comprendere la direzione che sta prendendo la società italiana. La ricerca è stata realizzata dall’osservatorio Fragilitalia del centro di studi di Legacoop e Ipsos.

Enzo Risso apre il suo articolo con una riflessione che mette in evidenza il profondo cambiamento in atto nella società italiana. Come sottolinea, «la società italiana è in profonda trasformazione. Alcune vecchie fratture sociali (città-campagna, Stato-Chiesa) hanno perso di peso e valenza, altre si stanno ridefinendo (centro-periferia, capitale-lavoro, democrazia-poteri forti), mentre nuove faglie stanno prendendo il sopravvento». La centralità di alcune divisioni storiche, come quella tra le aree urbane e quelle rurali o tra le istituzioni religiose e quelle statali, appare ormai relativa, superata da dinamiche più complesse e articolate che attraversano tutte le sfere della vita sociale e politica.

LE PRINCIPALI FRATTURE

La principale frattura che emerge oggi nella società italiana, secondo Risso, è quella tra ricchi e poveri, che “ha in vetta la faglia tra ricchi e poveri (66 per cento e in crescita del 5 per cento tra il 2022 e oggi)”. La disuguaglianza economica sta infatti diventando uno dei principali motori della divisione sociale, con un divario che si allarga sempre di più. La crescita della ricchezza dei più abbienti e il crescente impoverimento di ampie fasce della popolazione contribuiscono a una sensazione di frustrazione e di sfiducia nelle istituzioni politiche ed economiche.

Un’altra frattura che continua a persistere a livelli elevati è quella tra “onesti e furbetti”, che tocca il 62 per cento della popolazione. Questa divisione si riferisce a una percezione diffusa di iniquità nella distribuzione delle risorse e delle opportunità, dove una parte della società percepisce di essere penalizzata da comportamenti scorretti e disonesti, mentre l’altra sfrutta le debolezze del sistema. È una frattura che mette in evidenza una sfida fondamentale per la coesione sociale, quella della giustizia e dell’equità.

Il distacco tra il “popolo” e le “élite” rappresenta un altro tema centrale nelle riflessioni di Risso, con un 59 per cento della popolazione che esprime un forte disagio riguardo alla separazione tra chi detiene il potere politico ed economico e le persone comuni. La disconnessione tra questi due gruppi sembra essere aumentata negli ultimi anni, con una crescita del 3 per cento in soli tre anni.

Il risultato è una crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni e delle classi dirigenti, accusate di non rappresentare gli interessi della maggioranza della popolazione.

Ma le disuguaglianze non si fermano qui. Risso evidenzia come altre tre fratture stiano emergendo con forza. Al quarto posto troviamo tre temi che toccano il 49 per cento della popolazione: la divisione tra lavoro precario e stabile, la frattura tra italiani e immigrati, e quella tra equità e disuguaglianze. Questi temi riflettono un malessere diffuso che riguarda il mercato del lavoro, la gestione delle migrazioni e la percezione di giustizia sociale.

L’aumento della precarietà lavorativa, che colpisce milioni di giovani, e la crescente divisione sociale tra cittadini e immigrati sono temi che stanno segnando la politica e la cultura italiana.

La narrazione distorta e incompleta del fenomeno migratorio contribuisce a creare un clima di paura, influenzando profondamente l’opinione pubblica. Questa diffidenza verso i migranti è spesso alimentata dai social media, che giocano un ruolo centrale nella diffusione di messaggi e informazioni, non sempre oggettive o veritiere. La diversità, anziché essere riconosciuta come una risorsa preziosa, viene talvolta percepita come una minaccia. Eppure, viviamo in una società caratterizzata dalla pluralità culturale e sarebbe fondamentale imparare ad accogliere e valorizzare chi ci sta accanto.

La percezione di ingiustizia e disuguaglianza è ulteriormente amplificata dalla crescita delle fratture relative alle tasse, alla libertà, alla democrazia e ai poteri forti. Il divario tra “tasse e libertà” e quello tra “democrazia e poteri forti”, rispettivamente al 46 per cento, mostrano come la questione fiscale e il ruolo delle istituzioni in un contesto di crescente concentrazione del potere stiano diventando nodi centrali del dibattito pubblico. A questi si aggiunge la divisione tra lavoratori e datori di lavoro, che continua a essere un elemento di frizione importante, con il 45 per cento della popolazione che avverte un crescente divario tra le due categorie.

L’analisi di Risso mette in luce una realtà in cui le disuguaglianze sociali, economiche e politiche stanno raggiungendo livelli critici.

COME AFFRONTARE IL PROBLEMA

Le soluzioni a queste fratture richiedono un intervento a livello sia economico che culturale. È necessario promuovere politiche che riducano le disuguaglianze economiche, con un focus particolare sulla creazione di opportunità di lavoro stabile e ben remunerato. La lotta alla precarietà, unita a un sistema di welfare più inclusivo, potrebbe essere uno degli strumenti principali per ridurre la distanza tra le diverse classi sociali.

Inoltre, il rafforzamento dei meccanismi di giustizia fiscale e la lotta contro l’evasione sono passi cruciali per affrontare la crescente frattura tra “onesti” e “furbetti”. Il miglioramento delle politiche di integrazione, che favoriscano un confronto culturale positivo tra italiani e immigrati, potrebbe attenuare le tensioni sociali derivanti dalla percezione di minacce o competizione.

Infine, il ripristino di un equilibrio tra democrazia e poteri forti, che sia in grado di ridare centralità ai cittadini e rafforzare la fiducia nelle istituzioni, rappresenta una condizione fondamentale per evitare l’escalation di disuguaglianze e fratture.

La ripresa di un dialogo costruttivo tra i diversi gruppi sociali e una revisione critica dei modelli di leadershippolitica e imprenditoriale potrebbero essere passi importanti per ricucire la nostra società.

Le fratture dell’Italia contemporanea richiedono una risposta che non si limiti all’emergenza, ma che sia capace di costruire un futuro più giusto e coeso, dove le disparità siano ridotte e la partecipazione democratica sia promossa attivamente.