Troppe notizie ‘leggere’ nei nostri telegiornali. Che finiscono per allontanare spesso i telespettatori. Lo dimostrano, un po’ a sorpresa secondo alcuni, i dati Auditel, elaborati dall’Osservatorio di Pavia. Si smonta così un luogo comune, fonte di appassionati dibattiti anche nelle nostre redazioni. Non solo: con troppe soft news l’utente è portato a sintonizzarsi su un altro canale per seguire altre notizie.
In media la tv è seguita per tre ore e mezzo al giorno. Di questi, circa 23 sono dedicati all’informazione (il 10%). Sono meno i laureati ad interessarsi alle notizie televisive (16 minuti appena) e sono meno anche i giovani.
Leggiamo nel rapporto: «Chi ha un livello di istruzione più alto è più incline a seguire notizie di politica ed economia, mentre chi ha un’istruzione inferiore guarda più ore di tv, ma non necessariamente più notizie. Le donne tendono a guardare più Tv news rispetto agli uomini, ma la distribuzione tra notizie serie e leggere è simile tra i due gruppi».
Una delle conclusioni del rapporto è che «investire in un giornalismo di qualità non costituisce unicamente una qualche forma di dovere civico connesso all’etica professionale, ma può funzionare come strategia mediatica vincente che fa bene agli ascolti dei Tg stessi, come alcuni esempi di successo sembrano dimostrare».


