21 Agosto 2024
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L’overparenting: proteggere troppo i figli fa male

Ci sono mamme e papà che sfruttano le nuove tecnologie per tenersi informati sui dettagli delle giornate dei loro bambini

Francesco Pira

Il rapporto tra i genitori e i figli è del tutto cambiato e su questo non ci sono dubbi. I genitori risultano essere più ansiosi e iperprotettivi. Un’immagine implacabile, che descrive la situazione attuale. Ho condotto numerosi studi e ho avuto modo di comprendere quanto sia diventato difficile il mestiere dei genitori.

Il giornalista Luciano Moia ha scritto un articolo, pubblicato su “Avvenire”, in cui affronta il tema dell’overparenting, che riguarda i genitori che intervengono nella vita dei propri figli e controllano tutto, per paura che possano sbagliare o farsi del male. Addirittura, ci sono mamme e papà che sfruttano le nuove tecnologie per tenersi informati sui dettagli delle giornate dei loro bambini.

CHE COSA È L’OVERPARENTING

L’articolo spiega che, negli Stati Uniti, gli psicologi hanno definito questo comportamento dei genitori overparenting.

Si tratta di «una genitorialità sovrabbondante in senso negativo, quasi tossica perché pretende, per esempio, di incolpare sempre e comunque gli altri bambini se il figlio, mentre gioca al parco, cade e si sbuccia il ginocchio. Oppure di puntare il dito contro l’insegnante, facendo magari la voce grossa o anche peggio, se arriva un brutto voto ma anche se il malcapitato docente si permette di rimproverare il pargolo. Una delle espressioni più deteriore di overparenting consiste nel controllare i figli minori in tutti i loro spostamenti, geolocalizzarli mentre escono da scuola, vanno in palestra, si fermano a parlare con gli amici: avviene sempre più spesso con il loro consenso».

Il portale di informazione rivistastudio.com riporta uno studio dell’Università del Minnesota del 2018 https://www.rivistastudio.com/overparenting-cosa-significa/ . La ricerca ha dimostrato che «bambini i cui genitori tendevano a pilotare i giochi nella prima infanzia sviluppavano nel tempo più problemi relazionali e disturbi d’ansia, e una minore capacità di problem-solving».

Un altro sito, formazionecontinuainpsicologia.it, evidenzia la ricerca condotta da Chris Segrin dell’Università dell’Arizona https://formazionecontinuainpsicologia.it/diventare-genitori-elicottero-e-piu-probabile-per-i-genitori-perfezionisti/ . In una sua precedente ricerca, Segrin aveva sottolineato come «i genitori ansiosi hanno più probabilità di sviluppare un overparenting». I genitori si ritrovano in quella che viene chiamata “ShouldStorm” ovvero «una tempesta di dovresti/dovrei che suggerisce ai genitori che dovrebbero preoccuparsi dei loro figli o vuol dire che non li amano abbastanza».

Segrin ha dichiarato che questi genitori «vogliono indirettamente vivere attraverso i traguardi dei propri figli. Vogliono vedere i propri figli avere successo, perché li fa sembrare migliori». E ha aggiunto: «Non voglio dire che non li importi dei propri figli, perché ovviamente importa. Ma misurano il loro valore attraverso il successo dei figli. Ed è il parametro che usano per misurare il loro successo come genitori». Gli studi di Segrin mostrano dunque il forte legame tra il perfezionismo e i comportamenti di overparenting dei genitori.

I GENITORI ELICOTTERO, SPAZZANEVE, CURLING

Gli studi sull’overparentig confermano le mie ricerche sulle diverse tipologie di genitorialità. I genitori diventano “elicottero”, sempre pronti al decollo per accorrere in soccorso ai figli. Addirittura, nel 2019, Lena Greiner e Carola Padtberg hanno scritto un libro dal titolo “Genitori Elicottero. Come stiamo rovinando la vita dei nostri figli” e hanno analizzato il tipico “genitore elicottero”. Le autrici hanno messo in evidenza tante testimonianze per aiutare i lettori a riflettere e ragionare sugli atteggiamenti dei genitori elicottero.

Ma non è tutto. Ci sono genitori “spazzaneve”, che liberano la strada da ogni tipo di ostacolo, o i genitori curling che strofinano il fondo davanti ai piedi dei figli, affinché scivolino senza alcuno sforzo lungo il cammino della vita. Un vortice di iperprotezione, che si scontra con due fenomeni importanti: la democratizzazione delle relazioni e la pariteticità di diritti e doveri tra genitori e figli. Si assiste alla perdita di autorevolezza e al frequente tentativo di sostituirla con altri mezzi sbagliati come ad esempio il “controllo” assoluto dei figli.

LA COMUNICAZIONE FRAMMENTATA

Di fatto, le relazioni familiari sono cambiate e lo capiamo attraverso l’analisi di tre aspetti fondamentali: il tempo, lo spazio e la relazione. Non abbiamo più tempo e lo spazio non è più lo stesso, poiché la comunicazione mediata pare più facile, rapida, efficace. Non ci rendiamo conto di quale sia la dimensione on line e off line. La relazione prevede una comunicazione frammentaria e spesso superficiale.

Questo processo porta ad una incomunicabilità tra genitori e figli. I genitori non comprendono i figli tanto da utilizzare i loro stessi modi di comunicare per cercare un contatto, ma a volte peggiorano le situazioni. Supportare un figlio significa dimostrargli che ci fidiamo di lui. Forse commetterà degli errori, ma la caduta gli servirà per crescere e responsabilizzarsi. I genitori non possono interferire costantemente, perché il risultato potrebbe essere irreversibile.

Educare non vuol dire intervenire per colmare le nostre paure e le nostre apprensioni. Chiediamoci se i nostri figli sono davvero felici della nostra continua presenza. Dobbiamo abituarci ad accettare anche i loro sbagli.

Non possiamo alimentare le insicurezze e le fragilità dei nostri figli. Nel rapporto educativo non conta quanto siamo in grado di scoprire o sapere, ma è importante ottenere la fiducia dei nostri figli e imparare a confrontarsi con loro.

Le agenzie educative devono aprirsi al dialogo: scuola, famiglia, associazioni e istituzioni. Bisogna ricominciare dall’educazione ai sentimenti e alle emozioni per contrastare ogni tipo di devianza. Gli adulti dovrebbero essere un punto di riferimento per le nuove generazioni e purtroppo non sempre ci riescono.