Carlo Verna e’ stato confermato segretario dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. Verna ha ottenuto 158 voti su 209. Si chiude cosi’ il congresso dell’Usigrai di Salsomaggiore Terme: la lista di minoranza Rai l’Alternativa ha ottenuto l’11,6% dei voti, mentre Liberta’ di Informare, la lista di maggioranza, ha totalizzato l’88,4%.Verna e’ dunque al suo secondo mandato e restera’ in carica per i prossimi tre anni.
La nomina al termine di tre giorni di dibattito serrato con una novità sostanziale consentita dalla modifica dello statuto: è la prima volta che viene presentata una lista di minoranza, Rai L’Alternativa, animata da Paolo Corsini, vicedirettore del Giornale Radio Rai e Luigi Monfredi, in forza al Tg1. La lista – che raccoglie buona parte del vecchio Singrai – ha ottenuto il 20 per cento dei consensi, parola d’ordine «fuori la politica dal sindacato».
Ma, al di là delle forze in campo, con la lista di maggioranza Libertà di Informare forte di un 80,3% dei consensi, questo congresso passerà alla storia del sindacato come quello che ha fotografato la crisi della Rai, rimarcato la distanza con la direzione generale (assente Mauro Masi) e messo sul tavolo la necessità di cambiare.
È riaffiorato il tema del conflitto di interesse, ma soprattutto si sono alternate sul palco tutte le realtà presenti in Rai che hanno raccontato le loro esperienze e i loro problemi. Rainews 24 che chiede attenzione ai vertici aziendali, il Tg2 che ha presentato un video di denuncia in cui mostra le difficili condizioni di lavoro, le sedi regionali che si sentono abbandonate a se stesse. E, nel dibattito, è entrata di prepotenza anche la polemica sul calo di ascolti al Tg1. Tutte le testate hanno fatto sentire la propria voce: accenti diversi, problemi diversi ma un comune denominatore: quello di cercare soluzioni per valorizzare il patrimonio della Rai, che è un pezzo importante dell’Italia. Tanti i temi toccati: la sfida delle nuove tecnologie, la ricerca di una autonomia dalla politica, il reperimento delle risorse affinché questa autonomia si possa raggiungere. Punti nodali messi a fuoco dalla relazione iniziale di Carlo Verna che ha rilanciato – insieme con il presidente della Rai Paolo Garimberti – la necessità di abbattere l’evasione del canone. Come? Due le proposte: o inserire il canone nella fiscalità generale o nella bolletta. Questione che si è intrecciata a quella della riforma della governance della Rai che Verna vorrebbe trasformare in una pagina centrale del capitolo delle riforme. E che è stata rilanciata da Alessio Butti (Pdl) con la proposta di un amministratore unico, da Giorgio Van Straten, consigliere della Rai, anche lui in favore di un amministratore unico nominato da un consiglio di amministrazione con funzioni di indirizzo e controllo. Carlo Rognoni (Pd) giudica necessario inserire il principio di autonomia del servizio pubblico radiotelevisivo nella Costituzione. Segnali importanti, giudica Beppe Giulietti, che devono essere colti da qualsiasi parte essi arrivino. (agenzie)