13 Ottobre 2013
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MAFIA: INDAGINI RIINA,PERQUISITE ABITAZIONI 3 CRONISTI PALERMITANI. PROTESTA ASSOSTAMPA, ODG,UNCI

auto-carabinieri-profiloUna perquisizione a casa di tre giornalisti palermitani e’ stata eseguita da carabinieri del Nucleo investigativo di Catania, su ordine del procuratore aggiunto del capoluogo etneo, Carmelo Zuccaro. Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza del Fatto Quotidiano e Riccardo Lo Verso di Livesicilia.it nei giorni scorsi hanno pubblicato notizie su un’indagine condotta dalla procura di Caltanissetta sulle nuove attivita’ di Toto’ Riina, che in alcuni colloqui in carcere con i familiari avrebbe fatto riferimenti e allusioni a nuovi possibili attentati contro magistrati palermitani e di Caltanissetta, anche in collegamento con le cosche pugliesi. Da qui il possibile interesse della procura di Catania, che indaga sulle vicende penali che vedono come vittime o come protagonisti i magistrati nisseni. Le perquisizioni sono state effettuate nelle abitazioni, nelle auto e negli altri locali ‘di pertinenza’ dei tre giornalisti, alla ricerca di carte, documenti, memoria dei computer personali. .

Assostampa e Ordine dei giornalisti di Sicilia si schierano accanto ai giornalisti sottoposti a perquisizione dai carabinieri, nonché di quei colleghi sottoposti a minacce o condannati a pagare risarcimenti pesanti. “Sembra un bollettino di guerra, invece è cronaca degli ultimi giorni per i cronisti impegnati nel loro lavoro”.
“Ancora una volta i giornalisti pagano per aver pubblicato notizie di rilievo e probabilmente sono anche vittime di contrasti e contrapposizioni tra diversi uffici giudiziari”, aggiungono. I due cronisti minacciati sono Paolo Borrometi, collaboratore da Modica dell’Agi e della Sicilia, e Massimo Di Martino, che è anche sceneggiatore di opere cinematografiche nel campo dell’antimafia. Il collega condannato è Rino Giacalone, che dovrà pagare 25 mila euro all’ex sindaco di Trapani, Girolamo Fazio. “Fatti che testimoniano – concludono Assostampa e Ordine – la difficoltà di continuare a svolgere il nostro lavoro e sui quali sentiamo il bisogno di chiedere da una parte alle forze dell’ordine più attenzione per la sicurezza dei colleghi e dall’altra alla magistratura di applicare coerentemente le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, che tendono ad escludere che la portata dei risarcimenti sia tale da indurre i giornalisti a non fare più il loro lavoro”.
L’Unione nazionale cronisti italiani e il Gruppo siciliano dell’Unci esprimono solidarietà ai tre cronisti sottoposti a Palermo a perquisizione e sottolineano che “appena ieri il commissario per i diritti umani dell’Ue, Nils Muiznieks, ha direttamente criticato l’Italia per l’arretratezza delle sue norme sul diritto all’informazione e per non essersi ancora uniformata alla giurisprudenza che promana dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo”. “Il governo italiano se vuole cancellare questo primato negativo – conclude l’Unci – deve allineare subito la legislazione alle più civili e liberali norme europee”. (AGI, STRETTOWEB, SI24)