I lettori della versione online del New York Times saranno costretti a pagare un abbonamento per accedere al sito del quotidiano, che costerà tra i 15 e i 35 dollari ogni quattro settimane, a seconda se ci si connette da smartphone, tablet o computer. Lo annunciato oggi l’editore Arthur Ochs Sulzberger Jr in una lettera ai lettori pubblicata sulla home page del giornale. “E’ un passo importante”, scrive Sulzberger “che spero vedrete come un investimento nel Times, che ci permetterà di offrire giornalismo di alta qualità ai nostri lettori”. Per chi non volesse pagare la quota mensile è ancora possibile leggere alcuni articoli del quotidiano, ma soltanto 20 al mese, inclusi blog, i contenuti multimediali del sito e la home page che rimane gratuita. L’abbonamento alla versione online è già attiva in Canada, e nel resto del mondo lo sarà dal 28 marzo. Nessun cambiamento per i lettori già abbonati al cartaceo, che hanno pieno accesso al sito internet. Il New York Times aveva annunciato lo scorso anno l’intenzione di voler far diventare il proprio sito un servizio a pagamento. “E’ veramente una mossa studiata , afferma a Business Week Edward Atorino, un’analista di Benchmark a New York, “questo è il futuro dell’azienda”. Il nuovo approccio al sito web è simile a quello già intrapreso da altri giornali, come il Financial Times o il Wall Street Journal che permettono ai loro lettori non abbonati di accedere soltanto a un numero limitato di articoli. Il primo a lanciare l’idea fu Ruper Murdoch, il magnate dell’editoria, numero uno di News Corporation, la società proprietaria di New York Post e Wall Street Journal, solo per citarne due, che a maggio 2009 decise che i giorni dell’informazione online gratis erano contati, almeno per i suoi giornali. “Questo ci permette di rafforzare il nostro flusso di entrate e ci mette in condizione di continuare a fornire informazioni di alta qualità,” afferma Janet Robinson, amministratore delegato di New York Times Company. “Nei primi giorni potremmo subire un calo di traffico, ma in una prospettiva più a lungo termine, farà crescere il nostro pubblico e i nostri inserzionisti”. (AMERICA24)

