Ordine dei giornalisti e Federazione della Stampa esprimono dolore e cordoglio per la morte di papa Francesco. E i loro vertici ritornano al ‘nostro’ giubileo, quello della comunicazione dello scorso 25 gennaio.
Scrive Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine: «Papa Francesco aveva chiesto di liberare i giornalisti imprigionati nel mondo “per essere stati fedeli alla professione di giornalista, fotografo, video operatore, per aver voluto andare a vedere con i propri occhi e aver cercato di raccontare ciò che hanno visto”». Prosegue Bartoli: «Aveva esortato a difendere e salvaguardare “la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero insieme al diritto fondamentale ad essere informati. Un’informazione libera, responsabile e corretta è un patrimonio di conoscenza, di esperienza e di virtù che va custodito e va promosso. Senza questo, rischiamo di non distinguere più la verità dalla menzogna».
Ancora: «Il suo ultimo messaggio pasquale, domenica 20 aprile, è stato un richiamo fortissimo all’etica cristiana e una denuncia a tutte le guerre e ingiustizie del mondo. Il suo ultimo viaggio ieri tra la folla, a bordo della Papamobile, ha il sapore del commiato finale che Papa Francesco ha voluto donare al mondo».
«Perdiamo un protagonista di questo tempo, un testimone appassionato della libertà di informazione», ha detto la segretaria generale Fnsi, Alessandra Costante.
«Con i suoi messaggi in occasione delle Giornate mondiali della comunicazione – prosegue – ha sempre esortato i giornalisti a raccontare le periferie del mondo, rispettando la verità e la dignità di tutti gli altri esseri umani. Esortazioni ribadite in occasione del Giubileo della Comunicazione a gennaio scorso: andare per guardare con il cuore e poter scrivere e dire la verità».