Esso definisce “i criteri specifici ai quali debbono conformarsi le emittenti radiotelevisive private”. Il riferimento naturalmente è quello alla legge 28 del 2000. Il regolamento adesso introduce nuovi criteri per garantire la parità di trattamento nell’informazione televisiva, sia nei telegiornali che negli altri programmi di informazione. Uno in particolare: non conterà solo il tempo a disposizione per ciascun soggetto politico ma anche le fasce orarie “di esposizione” (sulla base degli ascolti registrati dall’Auditel). Anche la periodicità dei programmi di informazione sarà un criterio da considerare. L’Agcom scrive anche che “applicherà in modo uniforme per la Rai e per le emittenti private le regole fissate dalla legge e richiamate tanto dalla delibera della Commissione di vigilanza quanto dal proprio regolamento”.
Prima di adottare qualsiasi decisione, l’Autorità garantirà comunque un processo di contraddittorio per consentire alle emittenti di presentare le osservazioni e di fornire eventuali chiarimenti sui dati di monitoraggio, che riceveranno settimanalmente.Alla fine l’Autorità garante (l’Agcom) ha lasciato invariato il proprio schema del regolamento sulla par condicio per le elezioni europee e l’ha approvato a maggioranza (contraria la commissaria Giomi).

