Una perquisizione è stata effettuata nell’abitazione romana della giornalista deIl Giornale, Anna Maria Greco e presso la redazione romana del quotidiano. A disporle, secondo quanto informa il quotidiano, ”E’ stato il pubblico ministero Silvia Sereni e a quanto risulta il provvedimento è stato disposto per la presunta violazione dell’articolo 323 del codice penale, quello relativo all’abuso d’ufficio”. I carabinieri – riferisce la direzione de il Giornale – hanno sequestrato il computer di Anna Maria Greco e persino quello del figlio della cronista. (ANSA).Il Cdr di ‘Il Giornale’ stigmatizza la ”pervicace e violenta aggressione della magistratura
dispiegatasi, questa volta, attraverso le perquisizioni presso l’abitazione della nostra collega Anna Maria Greco e presso la redazione romana del Giornale”. ”E’ un’intimidazione – precisa il Comitato di redazione – sia verso le libertà individuali indisponibili della nostra collega sia verso la libertà di stampa, anch’essa diritto costituzionalmente garantito. Si tratta di un attacco all’indipendenza di questo quotidiano che il Cdr non intende più tollerare”. (ANSA)
FNSI,SIDDI:”Oggettivamente, non se ne può più. Nello scontro politica-magistratura non possono essere chiamati a pagare i giornalisti se danno notizie, ancorché su di esse e sulla loro valenza in termini di interesse pubblico, ciascuno possa avere opinioni diverse. La perquisizione di oggi a carico della collega de “Il giornale” Anna Maria Greco appare, allo stato, assolutamente incomprensibile, oltreché, nei fatti, pesantemente invasiva.
le notizie “riservate”, non escono mai con le proprie gambe. Ma se si volesse prendere a prestito una espressione del moderno linguaggio politico-giudiziario, si potrebbe dire che si va a cercare presunte colpe, neanche meglio precisate, nell'”utilizzatore finale”. Cosi non si può andare avanti. Ai giornalisti è chiesto, tanto più in questa fase di scontro politico e istituzionale dai toni esasperati, di alzare l’asticella della responsabilità, per non fare la fine dei vasi di coccio. Ma occorre misura e rispetto, da parte di tutti”.(FNSI)
ODG, IACOPINO: “C’è un magistrato che ricorda di aver acquisito, ordinando una perquisizione nella sede di un giornale o a casa di un giornalista, qualcosa di diverso da una citazione sulla stampa? La domanda è retorica: la risposta, infatti, è negativa. Ecco perché quando vengono assunte iniziative come quella nei confronti del Giornale e della collega Anna Maria Greco la sensazione che se ne ricava è sgradevole. Ci sono troppi tentativi di intimidire la stampa. E’ ardito sperare che la magistratura se ne tenga fuori?”: è il commento del presidente del Cnog, Enzo Iacopino il quale ricorda che la Corte europea ha condannato il Belgio perché vennero perquisiti l’ufficio e l’abitazione del collega Hans-Martin Tillack con lo scopo “di svelare la provenienza delle fonti”. La Corte sentenziò che “il diritto dei giornalisti di tacere le proprie fonti non deve essere considerato come un semplice privilegio che può loro essere tolto in funzione della liceità o non liceità delle fonti”. (ODG)

