«La flessibilità ad ogni costo ha portato via la vita a decine di migliaia di giovani lavoratori. Su questo dobbiamo portare avanti una lotta che deve essere di tutti, che riguardi la Rai come i quotidiani, dove da anni il lavoro è stato appaltato all’esterno, dove si fa dumping tra lavoratori. Non c’è solo il finanziamento alla Rai, il taglio del canone, il fatto che non ci siano risorse certe per il servizio pubblico, al contrario di quello che prescrive il Media freedom act. La precarietà riguarda tutti. Tutta l’informazione ha bisogno di risorse».
«Senza il contratto giornalistico – hanno detto i lavoratori secondo quanto riporta il sito della Fnsi – non c’è libertà e dignità per i giornalisti della Rai. Chiediamo la riapertura immediata del tavolo di trattative che riconosca il contratto giornalistico a chi tutti i giorni fa informazione in Rai, come avvenne nel 2019 con l’accordo del ‘giusto contratto’».
Con Costante e altri rappresentanti del sindacato dei giornalisi, in piazza sono arrivati anche il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, la presidente della commissione di Vigilanza Rai Barbara Floridia e due membri del Consiglio di amministrazione dell’azienda, Federica Frangi e Roberto Natale.