11 Novembre 2013
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PROFESSIONE: ETIOPIA, UN BUCO NERO PER I GIORNALISTI

Reeyot-Alemu-1Secondo il Committee to Protect Journalists l’Etiopia è il peggior paese in Africa per i giornalisti, anche se c’è da dire che altri paesi appaiono più virtuosi solo perché sono riusciti a mettere a tacere ogni accenno di critica. Il governo ha chiuso più di 75 pubblicazioni negli ultimi 20 anni e ci sono giornalisti che sono stati condannati a più di 10 anni di prigione con accuse di terrorismo platealmente infondate, com’è acccaduto a due giornalisti svedesi che hanno osato entrare in Ogaden, la regione a maggioranza somala che Addis Abeba ha reso off limits agli stranieri e nella quale il suo esercito e le milizie locali hanno perpetrato, e continuano, le peggiori atrocità ai danni dei locali.
Proprio ieri, dopo un appello per i colleghi etiopi ai capi di stato africani riuniti nella capitale etiope per l’African Media Leaders Forum (AMLF) per la difesa dei giornalisti, la polizia etiope ha arrestato due giornalisti del settimanale indipendente Ethio-Mihdar. Getachew Worku e un collega sono finiti nei guai per un articolo che denunciava un episodio di corruzione, per ora sono detenuti senza imputazioni, possono passare mesi così, la giustizia in Etiopia si sintonizza sulle necessità politiche del regime. Anche il manager del giornale Million Degnew è stato arrestato sabato scorso, e da allora è in galera senza che sia stata formalizzata alcuna accusa nei suoi confronti. Ethio-Mihdar era già finito nel mirino del regime in passato e sul suo capo pesa una causa nella quale l’università pubblica di Hawassa chiede risarcimenti mostruosi e la chiusura del giornale per un’inchiesta sulla presunta corruzione dell’amministrazione universitaria, che se non fosse corrotta sarebbe una felice eccezione in un paese che svetta allo stesso tempo nelle classifiche degli affamati e in quelle dei corrotti.( GIORNALETTISMO)