L’arcivescovo ha subito richiamato l’attenzione sul tema dell’ascolto prendendo spunto dal messaggio di Papa Francesco in vista della 56ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Mons. Satriano ha rilanciato una decisa e forte esortazione: “dacci un cuore che ascolta”. Solo un ascolto ed un ascolto autentico sono capaci di donare vita. Troppo spesso siamo immersi, spiega, in una società in preda ad “accelerazioni” che crea un impoverimento del “pensiero critico” a fronte di una sempre più dicotomica divisione in bello/brutto; mi piace/non mi piace. Due, pertanto, sono gli antagonisti di un ascolto autentico, afferma ancora l’arcivescovo, il narcisismo che non ammette “dubbi sul proprio sé” e la mancanza di intimità che dà il senso alle “cose” della vita.
Quindi da dove ripartire? Qual è la sorgente vera che può riportare verità in una società piena di menzogne?
Dal silenzio, afferma, da un silenzio esteriore ed interiore. É questo silenzio che deve riportare la comunicazione da una dimensione “estetica” ad una “estatica”. Sarà in questa dimensione del silenzio così che potremo riscoprire il grande dono del discernimento, che ci permette di interpretare e capire gli avvenimenti della nostra vita e dei tempi. Bisogna vivere anche il silenzio per potersi ritrovare.
Il secondo intervento è stato quello di Piero Ricci, Presidente dell’Ordine dei giornalisti di Puglia, che ha sottolineato il problema trasversale del precariato, aggravato dalla attuale pandemia, che ha investito fortemente anche il settore del giornalismo e dell’informazione. É stata evidenziata una insufficiente presenza delle istituzioni nel risolvere tale problematica al fine di garantire un servizio ottimale della informazione stessa. Il tema è stato anche ripreso anche dal Segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, il quale ha denunciato il problema della “infodemia”. L’enorme numero di notizie, a cui ogni giorno siamo sottoposti, spiega Lorusso, è un “diluvio universale” che non migliora la conoscenza, ma, veicola notizie parziali o fake news.
A conclusione dell’incontro è intervenuta Michela Di Trani, Presidente dell’Ucsi Puglia, che tirando le somme di una intensa mattinata carica di contenuti, ha richiamato l’attenzione sul ruolo del giornalista, paragonando la loro professione, metaforicamente, a quella del medico. Deve studiare molto, prepararsi efficacemente e poi entrare nella vita delle persone con grande responsabilità, delicatezza, quasi, camminando in punta dei piedi nel rispetto di quel servizio che il giornalista offre alla persona, alla vita del singolo e alla intera comunità.