“Se la realtà è definita dal software e noi possediamo il bene ma del software abbiamo solo una licenza a chi va usus, abusus e fructus del prodotto?” ha detto padre Paolo Benanti, docente della Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Secondo lui ci viene sottratta la possibilità di trarre profitto economico dal bene. “Tutti gli utenti non hanno pieno diritto al fructus perché i produttori e gli sviluppatori di software mantengono i diritti di proprietà intellettuale e di sfruttamento economico”, è la sua argomentazione.