Il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini ha detto che la misura sarà corretta. Ma per le radio e le tv locali è scattato un altro allarme per il possibile taglio dei fondi pubblici.
Sono quelli destinati all’intero comparti radio-televisivo. I tagli li prevede la riformulazione degli emendamenti all’articolo 129 della Legge di bilancio, che sottrae al Mimit parte della gestione delle risorse.
Per il presidente di Confindustria Radio-Tv Antonio Marano questo è «un attacco diretto a un pilastro del pluralismo democratico».
«Le emittenti locali non sono semplici attività commerciali, ma rappresentano il tessuto informativo delle comunità, garantendo una copertura capillare su cronaca cittadina, consigli comunali, questioni ambientali e iniziative culturali. Un presidio democratico che assicura diversità di voci e prospettive, creando occupazione qualificata anche in aree periferiche e contribuendo all’economia dei territori».
Sulla stessa linea naturalmente ci sono le altre associazioni ciategoria, che, acominciare da AerAnti-Corallo hanno condiviso l’appello a tutte le forze politiche.
Il taglio dei fondi, inserito nel maxiemedamento alla legge di bilanxcio, ammonta a 20 milioni di euro all’anno per il triennio 2026-2028.
«Questa decisione mette a rischio la sopravvivenza di centinaia di imprese, migliaia di posti di lavoro e il pluralismo dell’informazione nei territori», scrivono tutte le associazioni.


