21 Aprile 2013
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TV2000: BOFFO, “L‘AUDITEL VA CAMBIATO” PERCHÉ È “A SPESE DEL NUOVO CHE AVANZA”

boffo2000“Nello spazio di cinque anni abbiamo avuto un milione e seicentomila spettatori in più. Tra il 2011 e il 2012 la lievitazione è di centottanta mila spettatori. Solo adulti e anziani? Macché: la fascia dai 15 ai 34 anni ha registrato nel 2012 quasi 45mila telespettatori junior in più rispetto a due anni prima, e ben 80mila in più rispetto al 2008. Finalmente un po’ di sano e documentato anticonformismo, rispetto al coro monotono degli inneggiatori del web. Il quale è un ‘ambiente’ di cui non si può certo fare a meno, ma sarà saggio ricordare che altrove non c’è alcuno spopolamento in vista. I singoli media si aggiungono agli esistenti, non li annientano”. Così Dino Boffo, direttore di rete di Tv2000, parla nell’ultima newsletter dell’emittente televisiva. Perché cresce la tv, si domanda Boffo: “Le motivazioni principali sono sostanzialmente due. La prima sta nell’offerta televisiva, aumentata – grazie al satellitare e al digitale – moltissimo. Difficile che un cittadino, smanettando col telecomando, non trovi proprio nulla che quella sera lo possa interessare tra le centinaia di canali oggi esistenti. Gli stessi cattolici, che televisivamente parlando sono tra i fruitori più sofisticati e critici della tv, oggi hanno un’offerta che può incontrare anche i loro interessi culturali specifici”.Per il direttore di Tv2000, “la tv non è la signora sciantosa sul viale del tramonto” ma “lo strumento comunicativo che consente di raggiungere ordinariamente il 90 per cento della popolazione. Chi si tira fuori da questa dinamica, chi con saccenteria si concentra sui cosiddetti nuovi media (internet e correlati), sostenendo che da lì passa già il resto di questo decennio, è semplicemente fuori di testa. Uno sciocco di mestiere, o per debolezze personalistiche e dunque pietose”. Piuttosto, osserva Boffo, “è un’altra la battaglia che ora si annuncia in termini non più generici, quella della riforma radicale dell’Auditel. Il sistema di misurazione in corso è figlio di una stagione che non esiste più, di una diarchia superata da tutti i fatti, e per quanto si camuffi e si vesta di professionalità, odora di stantìo. Di meccanismo tirato per far quadrare i conti, soddisfacendo la famelicità degli ex forti e bistrattando le conquiste duramente conquistate dai nuovi”. “Non siamo iscrivibili tra i grillini di mestiere, ma non è difficile capire che questa legislatura è probabilmente quella buona per rovesciare il sistema di rilevazione. Se lo capiscono di persona i gestori attuali, dandosi volontariamente una mossa, tanto meglio”. “L’Auditel va cambiato – conclude Boffo -perché è una forma legalizzata di furto a spese del nuovo che avanza”. (SIR)