26 Aprile 2010
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UCSI: consiglio nazionale sollecita interventi per tariffe postali agevolate per l’editoria

ucsi_007Un documento per sollecitare il ripristino degli interventi delle tariffe postali agevolate per l’editoria che mette, in difficolta’ in modo particolare quella periodica, e’ stato approvato dal consiglio nazionale dell’Ucsi (nella foto) che si e’ riunito nella sede di “La civilta’ Cattolica” a Roma sotto la presidenza di Andrea Melodia:

Il Consiglio nazionale dell’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana), riunito a Roma il 24 aprile 2010, esprime preoccupazione per la sospensione governativa delle tariffe postali agevolate per la stampa periodica che limitano fortemente il pluralismo dell’informazione.

Attuare una politica di tagli che tende a decimare un settore già in grave crisi come quello dell’editoria medio-piccola è un atto gravissimo e antidemocratico.

Il Consiglio nazionale dell’UCSI auspica che il Governo attui una soluzione specifica per le testate no profit, laiche e cattoliche, ritenendo che le espressioni editoriali vadano sempre più potenziate, non penalizzate, per non «comprimere la diversità delle voci» essenziale per la democrazia. Tale settore infatti è in grado di offrire – a fianco dei contenuti tecnici specialistici di alcune pubblicazioni – una vera ricchezza sul fronte dell’informazione di qualità.

 

Il consiglio ha cominciato, inoltre, a discutere sulla riforma dello statuto e del regolamento dell’Unione e ha deciso di rilanciare, con strumenti adeguati, la propria rivista di cultura e di ricerca della comunicazione ” Desk”.

Il consiglio, che ha approvato all’unanimita’ il bilancio consultivo 2009 e preventivo 2010, ha anche deciso di tenere in autunno una scuola di formazione rivolto ai quadri dell’Ucsi e ai giovani giornalisti.

Ad inizio di seduta il consulente ecclesiatico, Padre Francesco Occhetta, ha sostenuto che il cap.21 del Vangelo di San Giovanni e’ fondamentale per rivedere la professione giornalistica. Ognuno – ha detto – ha carismi da mettere in campo con il cuore. Ecco perche’ inviterei ad una riflessione su questo capitolo.

 

Riportiamo il testo del cap 21 del Vangelo di San Giovanni

Giovanni 21

1 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. 3 Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
4 Quando già era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5 Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6 Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. 8 Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
9 Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10 Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso or ora». 11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. 12 Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.
13 Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. 14 Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
15 Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. 18 In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».
20 Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi». 23 Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?».
24 Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. 25 Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.