3 Settembre 2023
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Un giorno al Meeting con i giornalisti dell’Ucsi per capire cos’è l’amicizia

Diceva Dostoevskij che in un mondo dove la cattiveria e le angherie sembrano prevalere, sarà la bellezza a salvare il mondo.

Massimiliano Borghi

Chi in questi giorni ha avuto la fortuna di percorrere una parte dei 120 mila metri quadrati della superficie su cui si dipanava il Meeting di Rimini, penso converrà con me che sarà l’amicizia che salverà il mondo. Ecco quindi l’importanza di costruirla e di mantenerla.

Anche Papa Francesco, nel suo messaggio inaugurale, ci ha ricordato come l’amicizia sia “un tema audace perché va in controtendenza in un tempo segnato da individualismo e indifferenza, che generano solitudine e tante forme di scarto”. Il Meeting, forte di un’affluenza che ha superato le 800mila presenze, organizzato oltre cento convegni con quasi 400 relatori internazionali, 15 mostre e 17 spettacoli, sarebbe niente senza la presenza dei 3000 volontari che lo caratterizzano e danno forma a quell’aggettivo, “amicizia”, che qui ci è dato toccare con mano. Sono loro, in particolare il loro entusiasmo, la loro disponibilità, la loro gioia, la loro professionalità che mi hanno colpito.

Per anni ho seguito il Meeting leggendone sui giornali o guardando qualche podcast degli incontri pubblici, direttamente dal loro sito internet. Avervi partecipato però è tutta un’altra storia. La storia di un’amicizia che aumenta e diventa ancor più vera quando si dona a chiunque incontri. Assieme ai miei amici del direttivo regionale dell’Ucsi, i giornalisti cattolici, abbiamo visitato la sala stampa e la macchina organizzativa del Meeting accompagnati da Eugenio Andreatta, il responsabile della comunicazione.

Giovani laureati o studenti universitari, tutti volontari, sono le menti pensanti o le braccia tuttofare dell’evento. Chi dice che i giovani non sono più quelli di un tempo, che non hanno ideali, che pensano solo a stare sui social, passino un’ora al Meeting e si ricrederanno. Nonostante gli siamo “piombati” inesorabilmente dentro ai loro uffici mentre lavoravano, non ci hanno negato un sorriso, un racconto, un aneddoto, una foto assieme. Ci hanno aperto il loro cuore sulla falsariga di quel che faceva un tal ebreo di 2000 anni fa, talmente audace da dirsi Figlio di Dio. Gesù non ha affascinato chi incontrava per il suo parlare forbito o per il suo savoir-faire. Sapeva accogliere, amare e perdonare. Non giudicare.

Come ha ricordato il nostro Presidente della Repubblica, Mattarella, durante la sua visita al Meeting “’l’amicizia comincia da noi. Dal nostro modo di essere. Dalla nostra voglia di dare più umanità al mondo che ci circonda. La speranza è in voi giovani. Prendetevi quel che è vostro. Comprese le responsabilità e i doveri”. Ricordando loro “che non ci sarà giustizia sociale senza giustizia ambientale e viceversa”, spronandoli a “non rinunciare mai alle relazioni personali; all’incontro personale, affetto dell’amico, all’amore, alla gratuità per l’impegno”.

Grazie ragazzi per averci fatto capire, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che l’amicizia è una scelta, è condivisione di un’ideale, è vicinanza che si basa sulla sincerità, sulla stima, sull’aver fiducia e donandosi