Qui potete leggere le prime risposte e i punti che hanno voluto evidenziare, ciascuno con la propria esperienza e la propria sensibilità. Si nota un riferimento ricorrente alla necessità di dare “qualità ai contenuti” e la preoccupazione costante per la “precarietà del lavoro”. Sono elementi che certo ci invitano a riflettere (a.r.)
1. LEGARE INNOVAZIONE E QUALITA’ (Alesandro Porcheddu)
Innovazione, qualità e specializzazione: è un trinomio imprescindibile per il futuro dell’informazione.
Servono idee nuove che sappiano seguire i cambiamenti della società, capacità di mettersi in gioco con i lettori senza pensare di avere il monopolio della notizia, investimento nella qualità e nella specializzazione dei giornalisti.
2. UN WEB INTERESSANTE MA CORRETTO (Marco Perillo)
Una priorità del sistema dell’informazione per il 2017 è senz’altro quello di arrivare ad una completa integrazione tra carta stampata, web e tv. Ovvero di far dialogare il più possibile questo tipo di media, fornendo approfondimenti su carta e video e utilizzando il web come sistema d’informazione sempre più credibile, anche sui social. Ovviamente rispettando sempre le regole deontologiche ma non disdegnando la possibilità di essere coinvolgenti e “accattivanti” coi lettori.
3. CONTRO L’ODIO (Mauro Donateo)
Troppo spesso il clima politico (ma non solo) è caratterizzato da una dialettica molto accesa, e chi racconta questi fatti non è da meno, anzi. Occorre, invece, che l’intero sistema dell’informazione recuperi un tono sobrio ed equilibrato nel dare le notizie. Anche il presidente Sergio Mattarella ha invitato a non diffondere «sentimenti di inimicizia» o «addirittura di odio». E allora, prendiamoci tutti questo impegno.
4. RECUPERARE IL NOSTRO RUOLO (Benedetta Grendene)
E’ necessaria una maggiore tutela della figura del giornalista: non è eticamente corretto abusare di un titolo che è frutto di tanto studio e sacrificio. Essere giornalisti è una condizione dell’anima, un sentire con gli occhi e con il cuore, mai disgiunto da una preparazione culturale in divenire continuo. Per finire dico un “NO” allo sfruttamento e al lavoro nero.
5. LA DIGNITA’ ECONOMICA (Mario Agostino)
Auspico che anche l’Ucsi possa farsi garante del rispetto della professione dei colleghi più giovani, spesso sfruttati o vittime di una sperequazione economica rispetto ai compensi medi dei redattori ordinari, che non consente un sereno e proficuo rapporto di lavoro al servizio dell’informazione.
segue…