Si moltiplicano le reazioni dopo l’annuncio della vendita del gruppo editoriale Gedi.
«L’assemblea delle giornaliste e giornalisti di Repubblica, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori degli altri settori, ha decretato lo stato di agitazione permanente con la sospensione immediata della partecipazione a tutte le iniziative editoriali speciali e ha consegnato al comitato di redazione e alla Rsu un primo pacchetto di cinque giorni di sciopero». Per questo già sabato 14 dicembre il giornale non è in edicola.
I giornalisti si dicono pronti, rispetto alla vendita di Gedi, ad «una stagione di lotta dura a tutela del perimetro delle lavoratrici e dei lavoratori e dell’identità del nostro giornale a fronte della cessione ad un gruppo straniero, senza alcuna esperienza nel già difficile panorama editoriale italiano e il cui progetto industriale è al momento sconosciuto».
La Federazione nazionale della Stampa italiana si è schierata fin da subito al fianco dei colleghi di Repubblica in sciopero.
Anche il Governo si è mosso. Nella serata di venerdì 12, il sottosegretario all’Informazione e all’Editoria Barachini, in visita a Pisa, ha confermato di aver chiesto all’azienda “elementi informativi in merito alla definizione di eventuali accordi di cessione e l’impegno dell’azienda ad inserire in tali accordi la tutela dei livelli occupazionali e la garanzia dell’indipendenza editoriale di testate storiche che rappresentano un importante asset dell’ecosistema informativo pluralistico nazionale”.


