Dopo le ultime vicende di cronaca, gli editori italiani rilanciano l’esortazione “a combattere la piaga dell’irresponsabilità sui social e più in generale su internet”. Come? Togliendo l’anonimato.
Dice il presidente, Riffeser Monti: “L’anonimato in Rete non costituisce una garanzia di libertà né tantomeno rappresenta una tutela della propria riservatezza. Costituisce, invece, uno strumento per eludere le responsabilità legali e favorire comportamenti che nella vita reale sarebbero condannati e perseguiti perché direttamente riferibili alla persona che li realizza”.
Non c’è solo il riferimento ai siti sessisti scoperti negli ultimi tempi, ma anche per chi viola il diritto d’autore in Rete. Un fenomeno che ha tolto risorse anche all’informazione professionale.

