Stretta di mano tra il presidente del gruppo L’Espresso, Carlo De Benedetti, e il numero uno di Mediaset, Fedele Confalonieri, i due, tra i principali protagonisti nel mondo dell’editoria italiana, hanno partecipato allo stesso dibattito per la prima volta nella storia insieme in occasione del convegno di apertura del 26* congresso nazionale Fnsi. Terminata la prima sessione dei lavori, De Benedetti e Confalonieri non hanno rinunciato a una stretta di mano davanti a cameraman e fotografi.
”Nel nostro settore e’ in corso una rivoluzione tecnologica come del resto in molti altri settori. Noi, anche attraverso una proficua collaborazione con i sindacati, abbiamo utilizzato i nostri giornalisti per ampliare e migliorare il prodotto, giornalisti che devono diventare multimediali e digitali. Per essere efficaci i giornalisti devono essere flessibili e adattabili ma per questo e’ anche importante la formazione”. Lo ha detto il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri parlando della situazione dell’editoria.. Confalonieri ha poi ricordato ”i cambiamenti che ci furono negli anni ’80, anni in cui Montanelli era considerato fascista mentre oggi e’ un’icona della sinistra. Chi ha vissuto quegli anni puo’ ricordare quello che e’ successo e per questo faccio un monito ai celoduristi di ambo le parti. Va bene tagliare gli sprechi che ci sono sempre ma i tagliatori di teste e i chirurghi talvolta lasciano il corpo esangue. A forza di ridurre all’osso si rischia di chiudere le aziende”, ha concluso il presidente di Mediaset che ha anche annunciato che entro l’anno sara’ aperto un canale all news.
Dal canto suo il presidente del gruppo Espresso, carlo De benedetti, ha affermato che:”E’ una sciocchezza dire che i giornali spariranno e che per fare informazione non servono piu’ i giornalisti. Io penso che i giornali non moriranno, ma allo stesso tempo e’ chiaro che non stanno bene. La situazione dei giornali e’ difficile. I giovani si rivolgono sempre piu’ ad Internet. La diffusione dei quotidiani e’ calata sotto i 5 mln, dato che non si verificava dal 1939 quando l’Italia era prevalentemente un Paese agricolo. Gli investimenti pubblicitari nel 2009 sono scesi del 16% e i ricavi del 20% negli ultimi 10 anni”. Per De Benedetti, pero’, la soluzione “e’ l’innovazione. Il motto dell’alleanza fra editori e giornalisti deve essere ‘innovare, innovare, innovare'”. Il presidente ha sottolineato che “deve esserci un’alleanza fra gli innovatori. Editori e giornalisti devono dialogare sul cambiamento e poi iniziare a correre portandosi dietro anche chi e’ piu’ lento”.De Benedetti ha infine sottolineato che “non c’e’ niente di piu’ falso di dire che per fare informazione non servono i giornalisti. L’uomo non puo’ essere una semplice macchina da copia e incolla. Il giornalista e’ necessario per mettere in primo piano la qualita’”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Rcs, Piergaetano Marchetti: ”Quando in un ospedale arriva un nuovo macchinario per effettuare una diagnosi – e’ stato il suo ragionamento – secondo voi un medico viene pagato di piu’ per imparare a usarlo? E quando un professore di filologia classica deve fare una ricerca su internet, riceve forse un’indennita’ per farlo?”
Dal canto suo il presidente del sentato, Renato Schifani ha affermato che: «Tra gli strumenti di garanzia di cui ha bisogno la democrazia, il pluralismo dell’informazione è forse il più rilevante. È certezza di trasparenza, è rispetto delle diverse idee».
”Creare condizioni di lavoro decenti per i giornalisti”. E’ questa la parola d’ordine di Franco Siddi: per il segretario generale dell’Fnsi”ci attendono sfide da far tremare i polsi”, a partire dalla necessita’ di ”ampliare la base produttiva dei giornalisti puntando su tutte le piattaforme”.Ma per un sindacato ”sempre attento al mondo nuovo”, oltre che garantire una qualifica professionale per chi fa informazione anche su internet, ”l’altra sfida e’ quella della liberta’ dell’informazione”, unica strada per garantire un futuro al settore: ”Se l’informazione non e’ piu’ tale – ha sottolineato il segretario dell’Fnsi – anche l’industria editoriale deperisce”. Ed e’ questo l’obiettivo del contratto nazionale del lavoro giornalistico, un contratto che per Siddi ”garantisce non solo i lavoratori ma anche le aziende, evitando che ci sia dumping tra loro”.Quanto ai comparti dell’editoria piu’ colpiti dalla crisi, il segretario dell’Fnsi li ha indicati nei periodici, nell’emittenza locale e in quella privata. ”Bisogna evitare – ha detto a questo proposito – che questa situazione si trasformi in un disastro sociale”. (ASCA, REUTERS, ADNKRONOS, ANSA, AGI, BORSAITALIANA)

