Carcere per i giornalisti: serve una riforma dopo l'intervento della Consulta

Sono molto favorevoli i commenti alla sentenza della Corte Costituzionale che di fatto stabilisce l’illegittimità del carcere per i giornalisti.

Una vittoria del sindacato che aveva ritenuto incostituzionale l’articolo 13 della legge sulla stampa di fronte al tribunale di Salerno. La Consulta si richiama anche alla giurispridenza della Corte europea dei diritti dell’uomo: “la pena carceraria è ammessa soltanto nei casi più gravi di diffamazione commessa con istigazione alla violenza o hate speech”.


“A questo punto – scrivono sul sito Fnsi Raffaele Lorusso e Claudio Silvestri (quest’ultimo a capo del sindacato dei giornalisti della Campania) – diventa però fondamentale l'intervento del Parlamento, chiamato a mettere a punto una normativa di riordino, compito al quale, fino ad oggi, si è sempre sottratto, obbligando la Consulta a intervenire”. Insomma, servono norme nuove che equilibrino “la libertà di manifestazione del pensiero e la tutela della sfera individuale di ciascun cittadino”.

Sul tema è intervenuto anche Carlo Verna, presidente dell'Ordine dei giornalisti: "Siamo soddisfatti la svolta è storica perché l’incubo del carcere in via ordinaria svanisce, mentre l’ipotesi dell’eccezionale gravità è residuale e comincia in concreto a porre dei distinguo tra colpa e dolo che potranno essere meglio definiti quando ci sarà la politica".

Ultima modifica: Mar 22 Giu 2021