Etica e deontologia per ridarci l'identità

Il secondo Rapporto sul giornalismo digitale (realizzato dall’omonimo Osservatorio promosso dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti) svela la “frammentazione delle fonti di informazione, la cui natura non è sempre di tipo giornalistico”.

Ed è un “panorama che si muove a velocità incostante”, come ha sottolineato il presidente dell’Ordine Carlo Bartoli.

Il rapporto si intitola ‘Il lettore perduto’ ed evidenzia tre fattori: il crollo delle vendite e della distribuzione, la “rivoluzione” dell’intelligenza artificiale, le difficoltà del pluralismo dell’informazione.

Altro fenomeno analizzato è la “News Avoidance”, “la sistematica fuga dalle notizie che sono ormai portatrici solo di eventi drammatici, e la perdita di rilevanza del giornalismo”. I giornalisti sono stati affiancati da influencer, da “creatori di contenuti”. Contenuti che sono diversi dal giornalismo.
Ecco perché “il giornalismo dovrebbe soffermarsi, individuando o ritrovando la propria identità in un processo di selezione e presentazione dell’informazione basato su principi etici e deontologici specifici”. Come dire: etica e deontologia possono ridare credibilità e identità ai giornalisti.

Ultima modifica: Mar 7 Mag 2024