#Camminare, come Giuseppe e Maria. E come i Magi...
Scegliere la parola desiderando il silenzio.
Dover apparire quando si vorrebbe sparire.
La forza e la fragilità delle donne.
Non si possono dividere, prendere l'una e scartare altra.
Intuizione di cose profonde, non comprenderne alcune di senso comune.
Sete di libertà e trovarsi, a volte, dentro giochi in cui le parti, come le idee, non sono sempre chiare e distinte. Le parti e il tutto, l'ordine e il caos. Solitudine. Armonia che non c'è. Quando non c'è bisogna cercarla. È nella diversità che si genera armonia, ma servono rispetto, e riconoscimento.
C A M M I N A R E...
Quanto avevano camminato Maria e Giuseppe... In un tempo della vita in cui un viaggio sarebbe stato sconsigliato, imprudente. Ma loro andarono. Audaci.
A parte, forse, i magi, i personaggi della natività avevano scarpe da pastori, qualcuno magari era pure scalzo, ma umilmente si erano messi in cammino, seguendo la stella, e le parole di un angelo. Una luce e una voce... Ingenui? Ma VIVA, gli ingenui!
Da un cordone ombelicale, come ogni nato da donna, veniva al mondo il Re dell'Universo. In una stalla, dopo tante porte chiuse, l'opposto di quello che si addice ad un re. Il Tutto, l'Eterno, in un bimbo. Capovolgimento. E lì, "in mezzo all’oscurità di una città che non ha spazio né posto per il forestiero che viene da lontano (...) si accende la scintilla rivoluzionaria della tenerezza di Dio”.
A piedi nudi iniziò a camminare. E ancora cammina, e a volte i piedi sanguinano ...
E la mamma? Chi l'ha capita veramente la mamma? Un unico doppio mistero dischiude madre e figlio.
"L'avvolse in fasce e lo depose nella mangiatoia".
Distacco, da subito. Offerta, perché venisse mangiato. Per sempre, o almeno per l'intera durata della storia.
Luce nel buio.Speranza in cammino che apre la strada a chi cerca la pace.