11 - N come 'Nascondere', anche le notizie. Un 'peccato', per i giornalisti.
Pensieri, parole, opere e omissioni. Sarebbe interessante una riflessione - laica - su quanto, come giornalisti più o meno credenti, riusciamo a "peccare" in ciascuna di queste mitiche categorie.
Stando sul terreno scivoloso dell'ultimo gruppo (le omissioni, dunque i nascondimenti) possiamo, forse, dire che in base alle regole del nostro "dover essere" lo spazio per "nascondere" non dovrebbe risultare. Neppure come ... caso di scuola.
Per un giornalista che voglia essere davvero tale, omettere e/o nascondere una notizia dovrebbe equivalere a una sorta di bestemmia. Una oscenità. Non si è giornalisti se si entra in possesso di una notizia e poi, per motivi che possono essere i più vari, la si nasconde. Uno non fa il giornalista per omettere ciò che, magari con fatica e a rischio, è riuscito a scovare. Eppure tutti noi abbiamo esperienze, anche dirette e personali, di particolari (e certo anche di notizie) omesse, travisate, nascoste. I motivi? Magari quel nascondimento faceva piacere a qualcuno, magari noi stessi sapevamo che omettere quel particolare, o quella notizia, o anche solo ritardarne la pubblicazione, ci avrebbe evitato un sacco di guai. Eccetera.
I motivi del nascondimento (che fa rima con "tradimento". Ma anche con "purtroppo capita, perché stupirsi?") possono essere tanti, ma l'esercizio del peccato é frequente e non c'è confessore indulgente che tenga: se fatto in mala fede, trattasi di azione che non ammette assoluzione.
Alzi il dito chi non ha mai "nascosto" (e si è comportato così non per motivi etici, per salvare la dignità di qualcuno magari già debole di suo, la segretezza della fonte, il possibile sviluppo di una indagine o di un racconto su fatti delicati): alzi la mano chi non ha commesso questo peccato sapendo bene che all'origine del peccato stesso stava, semplicemente, la cattiva fede di una tranquillità personale da non mettere a rischio, una "famiglia" da ... tenere, un potente da non disturbare troppo, un capo che vuole proprio quello, un editore davanti cui scodinzolare.
E adesso che tutti, la manina, la teniamo alzata, adesso che si fa?
Notizie e dettagli scomodi scoperti grazie all'antica passione che un tempo ci ha fatto dire "voglio fare il giornalista", continuiamo (quasi mai? talvolta? spesso? sempre?) a ometterli sapendo che, farlo, fa a pugni con il nostro "dover essere"? Padronissimi di farlo, certo. Però ...