'Sanifichiamo la parola', la provocazione del Giornale di Brescia che esce da Facebook
Fa discutere ancora la scelta del Giornale di Brescia di restare fuori da Facebook. Lo ha fatto per non prestare il fianco agli odiatori seriali e ai leoni da tastiera, evidentemente.
L’editore ha espresso ora la «volontà di non sottomettere lo stile di un giornale alle intemperanze verbali dei tanti internauti che confondono la libertà di espressione con il diritto di offendere».
E poi, oltre alla questione del diritto d’autore, c’è anche quella delle limitazioni che pone un algoritmo. La redazione parla della necessità di una “sanificazione della parola”, a beneficio davvero di tutti.
La notizia fa il paio con un’altra che arriva dalla “Fondazione Mondo Digitale”. Da una ricerca emerge che «la grande maggioranza degli intervistati, sia giovani (48,2%) che adulti (44,8%), considera Internet il principale veicolo di informazione».
I giovani usano molto anche i social network per informarsi che invece sono consultati soltanto da 1 adulto su 3.
«Proprio i social, però, insieme al passaparola, riporta Adnkronos, sono ritenute fra le principali fonti di disinformazione sia secondo i giovani (per il 90% i social, per il 46% il passaparola) che per gli adulti (per il 96% i social e per il 46% il passaparola)».
Eppure tutti sanni cosa sono le fake news e il 63% sostiene di saperle riconoscere,
Per verificare le notizie vengono adottati diversi metodi: il più diffuso è il check della fonte, effettuato dal 48% degli adulti e dal 46% dei giovani. Fondamentale anche il confronto, nel contesto familiare e scolastico, sulle notizie apprese.