Nel plauso generale che in media così pronti ad allinearsi è tripudio pressoché univoco (solo qualche coraggioso, che nulla ha da guadagnare e dunque nulla neppure da perdere, osa disallinearsi), mi sia consentita una piccola e inutile voce in dissenso. Intendo sulle Olimpiadi invernali 2026 ieri assegnate a un’Italia che oggi esulta e si esalta.