Via libera alle comunità energetiche in Italia. L’ok dell’Europa al decreto

La Commissione europea ha finalmente dato il via libera al decreto italiano di incentivazione alla diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Proprio su questo tema lo scorso anno i giovani dell’Ucsi avevano realizzato una video-inchiesta da cui era emersa l’inattività delle Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer) in Italia.

Una situazione dovuta all’assenza (all’epoca) dei provvedimenti attuativi necessari per l’applicazione del decreto legislativo 199 del 2021, norma approvata dal Parlamento italiano in recepimento della Direttiva europea che incentiva lo sviluppo delle Cer.

Il decreto italiano a cui è stato dato il via libera è incentrato su due misure, come precisa una nota del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica: una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa e un contributo a fondo perduto. La potenza finanziabile è pari a 5 Gigawatt complessivi, con un limite temporale a fine 2027.

È inoltre previsto, per le comunità realizzate nei Comuni sotto i 5mila abitanti, un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato per realizzare un nuovo impianto o per potenziarne uno esistente. Questa misura è finanziata con 2,2 miliardi dal Pnrr, con l’obiettivo di realizzare una potenza complessiva di almeno 2 Gigawatt. Il contributo a fondo perduto potrà essere cumulato con la tariffa incentivante entro limiti definiti.

I benefici previsti riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, quali, ad esempio, il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e le biomasse. I destinatari di tali benefici possono essere gruppi di cittadini, condomìni, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi. La potenza dei singoli impianti non può superare 1 Megawatt.
Passaggio iniziale per la realizzazione di una Cer, dopo l’individuazione dell’area interessata alla costruzione dell’impianto e della cabina primaria, è l’atto costitutivo del sodalizio, che dovrà avere come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali. Il soggetto gestore della misura è il Gestore Servizi Energetici (Gse), che valuterà i requisiti di accesso ai benefici ed erogherà gli incentivi e che, su istanza dei soggetti interessati, potrà eventualmente verificare l’ammissibilità in via preliminare.

«Siamo di fronte a una svolta, a una nuova fase storica nel rapporto tra cittadini ed energia» commenta il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin «ora le Comunità Energetiche Rinnovabili potranno diventare una realtà diffusa nel Paese, sviluppando le fonti rinnovabili e rendendo finalmente il territorio protagonista del futuro energetico nazionale. Grazie alle comunità energetiche, infatti, ciascun cittadino potrà contribuire alla produzione di energia rinnovabile e averne i benefici economici derivanti dall’autoconsumo, pur non disponendo direttamente degli spazi necessari alla realizzazione degli impianti da Fonti di energia rinnovabile (Fer). Per la sua unicità, il provvedimento italiano ha richiesto una forte attenzione della Commissione europea, che ha comunque pienamente validato il modello italiano: questo rappresenta dunque un apripista per altre esperienze nel Continente».

Ultima modifica: Ven 24 Nov 2023