Ripensare il potere dell’uomo, perché possa amare la casa comune

L’esortazione apostolica Laudate Deum di Papa Francesco invita ciascuno ad impegnarsi nella realizzazione di una nuova cultura, basata sulla riduzione degli sprechi e su consumi controllati

Un grande Papa-Comunicatore, che lascia una traccia indelebile giorno dopo giorno. Provo a spiegare il perché.
È stata pubblicata il 4 ottobre 2023 l'esortazione apostolica Laudate Deum di Papa Francesco. Una data non certo casuale perché proprio il 4 ottobre ricorre la festa di San Francesco d'Assisi patrono dell'ambiente ed era il giorno d'apertura del Sinodo dei Vescovi. Un documento davvero importante che aggiunge nuovi aggiornamenti e nuove informazioni all'Enciclica Laudato Si'. 

Le preoccupazioni del Papa

Dopo otto anni dalla sua pubblicazione, il Santo Padre esprime le sue preoccupazioni per il pianeta Terra. Riccardo Maccioni ha scritto un articolo, pubblicato su “Avvenire, in cui evidenzia le parti più incisive dell'Esortazione apostolica Laudate Deum.

Papa Francesco scrive che: «Per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti», e fornisce anche alcuni dati su cui bisognerebbe riflettere: «Sappiamo quindi che ogni volta che la temperatura globale aumenta di 0,5 gradi centigradi, aumentano anche l’intensità e la frequenza di forti piogge e inondazioni in alcune aree, di gravi siccità in altre, di caldo estremo in alcune regioni e di forti nevicate in altre ancora. Se fino ad ora potevamo avere ondate di calore alcune volte all’anno, cosa accadrebbe con un aumento della temperatura globale di 1,5 gradi centigradi, a cui siamo vicini? Tali ondate di calore saranno molto più frequenti e più intense. Se si superano i 2 gradi, le calotte glaciali della Groenlandia e di gran parte dell’Antartide si scioglieranno completamente, con conseguenze enormi e molto gravi per tutti».

Purtroppo, tanta è stata la confusione e tante le persone che hanno minimizzato i problemi. È accaduto anche qualcosa di molto grave: è stata semplificata la realtà e sono stati accusati i poveri. Infatti, il Papa sottolinea che: «Nel tentativo di semplificare la realtà, non mancano coloro che incolpano i poveri di avere troppi figli e cercano di risolvere il problema mutilando le donne dei Paesi meno sviluppati. Come al solito, sembrerebbe che la colpa sia dei poveri. Ma la realtà è che una bassa percentuale più ricca della popolazione mondiale inquina di più rispetto al 50% di quella più povera e che le emissioni pro capite dei Paesi più ricchi sono di molto superiori a quelle dei più poveri».

Papa Francesco analizza le cause umane dell’inquinamento e ci mostra quanto sono cresciute le emissioni dei gas serra nell'atmosfera. «Mentre scrivevo la Laudato Si’ ha raggiunto il massimo storico - 400 parti per milione - arrivando nel giugno 2023 a 423 parti per milione. Oltre il 42% delle emissioni nette totali dal 1850 è avvenuto dopo il 1990». E ancora: «È aumentata la temperatura, i ghiacciai si ritirano, la copertura nevosa diminuisce e il livello del mare aumenta costantemente».
Molti i danni e purtroppo, sostiene Papa Francesco, «nessun intervento può fermare il processo già iniziato. Da lì non si può tornare indietro».

In quali mani è il potere?

Il secondo capitolo della Laudate Deum mira ad evidenziare il potere della tecnologia e, afferma Papa Francesco, «fa venire i brividi rendersi conto che le capacità ampliate dalla tecnologia danno a coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla un dominio impressionante sull’insieme del genere umano e del mondo intero. Mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene, soprattutto se si considera il modo in cui se ne sta servendo. [...] In quali mani sta e in quali può giungere tanto potere? È terribilmente rischioso che esso risieda in una piccola parte dell’umanità». Un chiaro riferimento alle armi e a tutte quelle tecnologie che servono a distruggere piuttosto che a costruire. «Basti pensare alle tecnologie “mirabili” che furono utilizzate per decimare popolazioni, lanciare bombe atomiche, annientare gruppi etnici. Vi sono stati momenti della storia in cui l’ammirazione per il progresso non ci ha permesso di vedere l’orrore dei suoi effetti». Ma questo rischio è sempre presente, perché «l’immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza [...]. È nudo ed esposto di fronte al suo stesso potere che continua a crescere, senza avere gli strumenti per controllarlo».
Il potere dell'uomo deve essere ripensato e deve essere riscoperto il valore dell'etica. Fino a che punto può arrivare l’uomo? Quante volte ci poniamo questa domanda senza trovare una risposta.

Il terzo capitolo della Laudate Deum indica la debolezza della politica internazionale. Ormai, è chiaro che il mondo ha bisogno di una cooperazione incisiva. Serve «una sorta di maggiore democratizzazione nella sfera globale per esprimere e includere le diverse situazioni». Questo per fare in modo che «non sarà più utile sostenere istituzioni che preservino i diritti dei più forti senza occuparsi dei diritti di tutti». Un principio già presente nella Lettera Enciclica Fratelli Tutti, firmata da Papa Francesco il 3 ottobre del 2020.

Il quarto capitolo dell'Esortazione apostolica è riservato ai progressi e ai fallimenti delle conferenze sul clima. Un ruolo determinante lo hanno avuto la Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 e la COP21 di Parigi nel 2015.

Il quinto capitolo ci aiuta a ragionare sulla Conferenza delle Parti COP28 di Dubai. In particolare, Papa Francesco si augurava che le forme di transizione energetica «siano efficienti, vincolanti e facilmente monitorabili».

Nell'ultimo capitolo il Papa ricorda ai fedeli cattolici le motivazioni spirituali che nascono dalla Fede e scrive: «Sappiamo che la fede autentica non solo dà forza al cuore umano, ma trasforma la vita intera, trasfigura gli obiettivi personali, illumina il rapporto con gli altri e i legami con tutto il creato».

Pensare con amore alla casa comune

Il Santo Padre invita ciascuno ad impegnarsi nella realizzazione di una nuova cultura, basata sulla riduzione degli sprechi e su consumi controllati. Gli sforzi devono essere individuali e collettivi.
Da sociologo della comunicazione, ho cercato di comprendere i meccanismi di quella ta “cultura dello scarto” che ha trasformato il Pianeta in «un immenso deposito di immondizia».
I nostri comportamenti non preservano il territorio e rendono visibile il volto della società liquida moderna, studiata dal sociologo Zygmunt Bauman, dove «l'eccesso e lo spreco sono i più fedeli, anzi, gli inseparabili compagni di viaggio dell'economia consumistica, destinati a restare uniti finché la morte (di entrambi) non li separi».
Il modo in cui comunichiamo quanto sta avvenendo è fondamentale, perché non possiamo ingannare l'interlocutore che ci legge o che ci ascolta.

Nell'era della piattaformizzazione è molto semplice manipolare l'altro e veicolare informazioni apparentemente vere. Istituzioni, scuola, giornalisti, ambientalisti tutti devono garantire una corretta comunicazione ambientale.
La tecnologia ha cambiato le nostre vite e anche il nostro atteggiamento. Tendiamo a consumare tutto, ad essere iperconsumatori e non riusciamo ad accorgerci dei pericoli a cui andiamo incontro.

Il sociologo Derrick De Kerckhove sostiene che: «Una vera metamorfosi potrebbe derivare soltanto da qualcosa di più profondo, da un sentimento viscerale di appartenenza al mondo, da una responsabilità fisica, prima che morale, nei riguardi dello spazio coperto da tutte le nostre estensioni tecniche, da una sensibilità, quasi da un brivido, verso le sofferenze, anche quelle più lontane da noi». Gli uomini devono riuscire a percepire il mondo in tutta la sua bellezza e non possono continuare a pensare solo a sé stessi. Il marcato individualismo non ci permette di fronteggiare le minacce della globalizzazione.
Bisogna che il cuore degli uomini si apra al rispetto della Terra e degli esseri viventi, puntando alla formazione di una coscienza ecologica.

Edgard Morin, filosofo e sociologo francese, ci ha offerto una considerevole riflessione: «Per pensare i loro problemi e i problemi del loro tempo, i cittadini hanno bisogno di comprendere non solo la condizione umana nel mondo, ma anche il mondo umano che, nel corso della storia moderna è divenuto quello dell’era planetaria. Dal XVI secolo siamo entrati nell’era planetaria e, dalla fine del XX secolo, siamo nella fase della mondializzazione». E noi quanto siamo consapevoli della visione di Morin?

È opportuno continuare a sensibilizzare le persone e le istituzioni, per progettare una vera via di sviluppo sostenibile. Papa Francesco conclude l'Esortazione apostolica con queste parole: «Lodate Dio è il nome di questa lettera. Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso». Noi dobbiamo imparare a pensare alla nostra “casa comune” con amore e con un forte senso di responsabilità.

Ultima modifica: Mer 17 Gen 2024