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MONDADORI, ASSEMBLEA GIORNALISTI: “NO ALLA CHIUSURA DELLE SEDI ROMANE DEI PERIODICI”

1logo mondadoriUn no "fermo" alla decisione di azienda e direttori di chiudere le redazioni romane di Panorama, Sorrisi e Canzoni e Chi, di trasferire 5 dei 10 colleghi da Roma a Segrate (3 di Sorrisi e Canzoni e 2 di Panorama) e di lasciare i rimanenti 5 giornalisti (1 di Chi e 4 di Panorama) a Roma, ma lavorando prevalentemente da casa. È la richiesta avanzata dall’assemblea generale dei giornalisti della Mondadori che in una nota rileva come “tali provvedimenti, decisi in maniera del tutto unilaterale e contravvenendo a impegni verbali concordati appena quattro mesi fa (in sede di apertura di un nuovo Sato di crisi) di fronte a Fnsi, Associazione lombarda dei giornalisti, Associazione stampa romana e Fieg, sono inaccettabili per molti motivi".

"Le presunte esigenze organizzative addotte dai direttori per i 5 trasferimenti – si legge ancora nel comunicato – appaiono tutt'altro che convincenti. Su di esse aleggia il grave sospetto che si tratti di tentativi di licenziamento mascherati o, peggio, provvedimenti punitivi ad personam”.

“L’altra misura unilaterale annunciata – prosegue l'assemblea dei giornalisti -, ossia la fuoriuscita dei restanti 5 colleghi dallo spazio fisico delle rispettive redazioni non è normata, a oggi, dal nostro contratto nazionale. Temiamo possa essere un preludio per ulteriori iniziative future anche nei loro confronti. La vendita del palazzetto di via Sicilia appena effettuata non comporta la chiusura della sede romana della Mondadori, ma l'affitto di una nuova sede nelle adiacenze per i soli dipendenti dell'ufficio stampa Mondadori e di Electa. Non si riesce a capire per quale motivo non possa esservi ricavato uno spazio per tutti i nostri 10 giornalisti".

"Proprio l'amministratore delegato Ernesto Mauri ha evidenziato con legittimo orgoglio – conclude l’assemblea – in occasione dell'ultima trimestrale, il ritorno all'utile per ben 6,6 milioni dell'intero gruppo e un margine operativo lordo di 3,3 milioni euro dell'area periodici". (FNSI)

INTERCETTAZIONI, INCONTRO TRA GIORNALISTI E MAGISTRATI “DELEGA GOVERNO NON È STRUMENTO ADATTO

1b9Una delegazione di giornalisti composta da Fnsi e altre associazioni ha incontrato il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, per discutere della proposta di legge che prevede la delega al governo in materia di intercettazioni: uno strumento che anche i magistrati considerano non adatto ad un tema così delicato.Giornalisti e magistrati insieme contro la proposta di legge bavaglio. Per fare una sintesi delle posizioni in campo, anche in vista del confronto con la politica sulla delega al governo in materia di intercettazioni contenuta nella proposta di riforma del processo penale in discussione in parlamento, una delegazione di magistrati, guidata dal presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli, e una delegazione di giornalisti, composta da rappresentanti di Fnsi, Articolo21, Usigrai, Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione stampa romana, Cronisti romani, Comitato 'No bavaglio', Pressing-Giornalisti in rete, si sono incontrati a Roma, nella sede dell’Associazione nazionale magistrati. La riflessione comune ha portato ad alcuni punti unificanti rispetto alla battaglia da portare avanti, con un deciso “No” allo strumento della delega al governo, considerata sia dai giornalisti che dai magistrati uno strumento inadatto alla delicatezza costituzionale della materia, e alcune prime idee su iniziative congiunte per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dello strumento delle intercettazioni per i lavoro di magistrati e giornalisti.

Il presidente Sabelli ha ribadito la richiesta dell’Anm al governo di restituire al parlamento la riflessione sul tema, evitando una delega che, per la sua genericità, si presterebbe ad un ventaglio troppo ampio di soluzioni.

Mentre il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha ricordato, come già affermato in occasione della conferenza stampa di presentazione della petizione online promossa, tra gli altri, dal professor Stefano Rodotà, che per il sindacato dei giornalisti “la delega al governo su una materia come quella delle intercettazioni è una scelta sbagliata e pericolosa, perché si corre il rischio di ledere il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati su questioni di interesse pubblico contenute negli atti delle inchieste giudiziarie”.

Le due delegazioni hanno quindi deciso di proseguire il dialogo e di valutare azioni comuni da porre in essere a tutela dei cittadini nell’ottica di contemperare il diritto alla privacy con il diritto ad un’informazione corretta e completa.

Sull’argomento è intervenuto anche il ministro Andrea Orlando che ai microfoni di #Corrierelive ha ribadito la linea del governo. "Stiamo puntando al rafforzamento dello strumento di indagine, quello che vogliamo fare – ha spiegato il Guardasigilli – è che sia usato per le indagini e non per altre finalità. Non vogliamo pregiudicare la capacità di indagine né mettere in galera i giornalisti, ma far sì che nei fascicoli vada ciò che concerne l'attività processuale e nient'altro. Si scriva quel che serve e non di più". (FNSI)

PROFESSIONE: UCCISO PRESIDENTE SINDACATO GIORNALISTI DEL PAKISTAN

1a6E’ stato ucciso Zaman Mehsud, giornalista, presidente e segretario generale del Sindacato dei giornalisti delle Aree tribali e membro della Commissione per i diritti umani del Pakistan. Un omicidio rivendicato dai talebani: “L’abbiamo ucciso perché scriveva cose contro di noi. Nelle nostre liste abbiamo altri giornalisti della zona. Li colpiremo presto”. L’omicidio di Zaman Mehsud segue di pochi giorni l’assalto da parte della polizia turca alla redazione del settimanale Nokta (una sorta di Charlie Hebdo tucro), nel corso del quale sono stati due giornalisti, Cevheri Guven, direttore del giornale, e Murat Capan, redattore capo, incriminati con l’accusa di “istigazione a delinquere ed eversione”. La loro colpa sarebbe stata quella di aver pubblicato sulla copertina del giornale il titolo “L’inizio della guerra civile” (all’indomani delle elezioni parlamentari turche). Nessun capo di stato ha levato proteste, come invece era successo in Francia dopo l’attentato, a favore della libertà di stampa in Turchia. Tanto più che le autorità turche non si sono fermate all’arresto, ma hanno anche ritirato il giornale dalle edicole. .( NOTIZIEGEOPOLITICHE)

PROFESSIONE: AUDIZIONE CNOG ALLA COMMISSIONE CULTURA

10Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti è stato ascoltato in audizione informale dalla Commissione Cultura della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame delle proposte di legge concernenti l’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione del sostegno pubblico all’editoria. Come è noto, nelle proposte legislative è prevista anche la delega per “razionalizzare la composizione e le attribuzioni del Consiglio nazionale”, i cui consiglieri verrebbero ridotti a 18.
Il Presidente Enzo Iacopino, accompagnato dal Direttore Ennio Bartolotta,  ha esposto le motivazioni di ordine giuridico e tecnico-organizzative che rendono impossibile la proposta riduzione che non consentirebbe lo svolgimento di attività istituzionali che fanno carico al Consiglio nazionale e che riguardano, tra le altre, la disciplinare, la formazione, l’esame di Stato.
Alla Commissione è stata consegnata una specifica memoria in cui sono esplicitate le motivazioni attinenti le osservazioni rivolte (Linee di riforma dell'Ordine dei Giornalisti - Deliberazione del 9 luglio 2014).
Nel corso dell’audizione è stata richiamata l’attenzione sulle condizioni di precarietà  e sfruttamento in cui versa la professione giornalistica in Italia e che non rende moralmente concepibile la concessione di sostegni a realtà editoriali che non rispettino il diritto dei giornalisti a retribuzioni dignitose.
A tal fine, il Presidente Iacopino ha ribadito la necessità di istituzione di un registro degli editori che consenta di conoscere dettagliatamente e pubblicamente tutte le partecipazioni dirette o indirette di coloro che svolgono attività nel campo dell’editoria.
Il Presidente del Cnog ha, altresì, sollecitato l’accoglimento di un emendamento che ponga al riparo i pubblicisti dalle attuali interpretazioni giudiziarie che limitano la legittimità della costituzione del contratto di lavoro giornalistico ai soli iscritti all’elenco professionisti.
I deputati intervenuti hanno condiviso pressoché integralmente i principi esposti dal Consiglio nazionale e lo stesso relatore On. Roberto Rampi ha confermato la disponibilità ad approfondire le osservazioni formulate nell’ambito di un dibattito aperto e condiviso dai partiti che non siano solo espressione della maggioranza.
L’On. Giorgio Lainati in particolare, si è dichiarato disponibile a trasformare in emendamenti le proposte formulate dal Consiglio nazionale.-
Sul tema, in particolare, della riduzione del numero dei consiglieri, i deputati intervenuti (tra cui gli Onorevoli Giuseppe Brescia e Luigi Gallo del Movimento 5 Stelle e Annalisa Pannarale di Sinistra Italiana) hanno condiviso, in particolare, l’esigenza di tutelare i colleghi non contrattualizzati e hanno manifestato attenzione per la richiesta di una riforma organica.(ODG)

VATILEAKS: I GIORNALISTI NUZZI E FITTIPALDI INDAGATI DALLA SANTA SEDE

1ANSA903639 LancioMedioI giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi, autori rispettivamente dei libri "Avarizia" e "Via crucis", sono indagati dalla magistratura vaticana. Lo ha reso noto padre Federico Lombardi, portavoce della sala stampa vaticana, spiegando che la Gendarmeria vaticana, nella sua qualità di polizia giudiziaria, aveva segnalato alla Magistratura vaticana l'attività svolta dai due giornalisti a titolo di possibile concorso nel reato di divulgazione di notizie e documenti riservati. "Nell'attività istruttoria avviata - ha proseguito ancora padre Lombardi - la Magistratura ha acquisito elementi di evidenza del fatto del concorso in reato da parte dei due giornalisti, che a questo titolo sono ora indagati". Sono all'esame degli inquirenti, rende ancora noto padre Lombardi, anche alcune altre posizioni di persone "che per ragioni di ufficio potrebbero aver cooperato all'acquisizione dei documenti riservati in questione". Dura la reazione dell'Espresso, il settimanale presso il quale lavora Fittipaldi, secondo il quale la decisione "riporta il Vaticano indietro di decenni, se non di secoli, quando il Sant'Uffizio redigeva l'indice dei libri proibiti". In un editoriale pubblicato sul sito internet della testata, si legge che a dieci giorni dall'inizio del caso, con gli arresti di monsignor Lucio Vallejo Balda e di Francesca Chaouqui, "nessuno è ancora riuscito a smentire una sola informazione contenuta in "Avarizia" o in "Via Crucis". "Fittipaldi e Nuzzi hanno il solo torto di aver scritto cose vere", insiste il settimanale. (ASKNEWS)