Le notizie che riguardano il giornalismo e la comunicazione
Dal 4 aprile del 2013, quando ha iniziato la sua avventura editoriale di poco successiva all’elezione del nuovo Papa, il settimanale “Credere” si è confermata come “la rivista della Chiesa di Francesco”. Da allora sono cresciuti i lettori (fino a diventare 350 mila) e la tiratura ha raggiunto le 125 mila copie. E’ quanto affermano Periodici San Paolo Paolini in una nota, spiegando che per il numero del primo anniversario sono arrivati tanti auguri da lettori famosi e non. “Ogni settimana, Credere, alimenti la mia voglia di vivere, sei la mia rivista preferita”, scrive Beatrice Fazi di Un medico in famiglia sulla pagina Facebook Crederesanpaolo. Stessa cosa hanno fatto il direttore del Centro televisivo vaticano monsignor Dario Viganò (“Grazie Credere, con te la fede è un’avventura affascinante”), la fondatrice delle comunità Nuovi Orizzonti Chiara Amirante (“Restiamo uniti nel portare la meravigliosa notizia del Vangelo”), il direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Sciortino, il missionario don Roberto Ponti dal Congo, e tanti altri. La parola passa ora ai lettori: l’invito è a mandare via Facebook un video di auguri, che sarà poi postato sul sito e sui social network Facebook e Twitter. Dal 4 aprile su www.credere.it sarà poi disponibile la play list di tutti i video. Infine un video, on line dal 4 aprile, racconta il “dietro le quinte” del settimanale e come la rivista prende forma fra le riunioni di redazione e le sollecitazioni dei lettori. “Ringraziamo tutti voi che fedelmente ci seguite ogni settimana – dice il direttore don Antonio Rizzolo – il nostro impegno è di raccontarvi la gioia e le bellezza della fede cristiana, come ci invita a fare Papa Francesco”. (ANSA)
''La notizia del licenziamento in tronco della giornalista Yasemin Taskin dal quotidiano turco 'Sabah', dopo la pubblicazione su 'Repubblica' del colloquio tra il collega Marco Ansaldo, suo marito, e Fethullah Gulen, predicatore e oppositore del premier Erdogan, e' un fatto sconcertante e gravissimo che non puo' passare sotto silenzio. Troppe sono le evidenze che marchiano il provvedimento come atto di ritorsione 'per interposta persona', inaccettabile da chiunque abbia a cuore il bene della liberta' di espressione e di stampa come condizione di civile e democratica convivenza che distingue i regimi dalle democrazie''. Lo dichiara, in una nota, il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, membro del Comitato Esecutivo della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj). ''Gli attacchi contro la stampa - prosegue Siddi -, gli arresti ingiustificati di numerosi giornalisti che non piacciono al sistema di potere dominante, con il licenziamento di Yasemin Taskin si proiettano verso il rischio di una deriva senza ritorno. Pochi sono, infatti, i dubbi sulla estromissione dal posto di corrispondente da Roma della collega da parte del quotidiano filogovernativo per il quale lavorava. Pare proprio uno dei primi atti della 'vendetta' promessa da Erdogan dopo il voto amministrativo di domenica scorsa contro i dissenzienti e contro quanti ritiene ad essi vicini soprattutto se questi colleghi continuano a voler essere soggetti dell'informazione libera che non accetta censure ne' autocensure''. ''La Fnsi - aggiunge il Segretario Generale - manifesta percio' piena solidarieta' a Yasemin Taskin e intensifichera' ancora di piu' la propria iniziativa morale e operativa, insieme con la Federazione Internazionale e quella europea dei giornalisti, perche' la comunita' internazionale faccia sentire il proprio peso verso un Paese che, in quanto aderente alla Nato, ha il dovere di garantire le liberta' fondamentali dell'uomo. Nello stesso tempo tiene viva la campagna di sostegno al Sindacato dei giornalisti della Turchia per la liberazione dei giornalisti ingiustamente messi in carcere solo per aver tentato di esercitare con autonomia professionale il proprio lavoro. Sul sito della Fnsi (www.fnsi.it) quanti hanno a cuore questi problemi possono sottoscrivere la petizione internazionale per la liberta' dei giornalisti arrestati e per la liberta' di stampa in Turchia aprendo il link in alto a destra individuato dal motto Petition now! Journalists are not terrorists''. (ASCA)
''Il ritiro della bozza di nuovo Codice della Privacy per i giornalisti da parte del Presidente dell'Autorita' Garante per la Protezione dei dati personali, on. Antonello Soro, e' senz'altro positivo ed e' atto di saggezza la sua espressa rinuncia a 'esercitare i poteri sostitutivi eventualmente offerti dall'art. 139 del codice' relativo alla tutela dei dati personali. La Segreteria della Federazione Nazionale della Stampa Italiana - si legge in una nota - ritiene che il dibattito pubblico che si e' aperto subito dopo la recente presentazione della bozza tecnica di proposta di aggiornamento del codice deontologico dei giornalisti, riferito alla legge sulla privacy, abbia consentito a tutte le parti interessate di fare adeguate valutazioni di merito, unitamente a una riflessione sul bene primario della liberta' di stampa e del diritto di cronaca. Le perplessita' e alcuni motivi di forte criticita' espressi dalla Federazione della Stampa e dall'Unione Nazionale Cronisti Italiani, le riserve di autorevoli specialisti del diritto dell'informazione, avevano trovato in una puntuale presa di posizione del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti (tutelare di competenza primaria) le osservazioni dirette ad evitare equivoci sull'autonomia professionale dei giornalisti e il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati. Rimane di grande interesse ogni iniziativa finalizzata a elevare l'asticella della responsabilita' etica del giornalismo in rapporto alla tutela dei diritti fondamentali delle persone garantendo, pero', sempre ai cittadini il pieno diritto all'informazione. Il Codice Deontologico della privacy dei giornalisti, ancorche' in vigore dall'agosto del 1998, - mantiene intatta la sua forza etica e giuridica, per i principi di civilta' democratica e di tutela dei diritti dell'uomo che ne sono il cuore. Non e' un codice vecchio e ogni giorno che passa rivela, come le grandi leggi fondamentali degli Stati, attualita' e condizioni di garanzia. Ogni modifica, in una fase delicata della vita democratica, segnata da insofferenze dei poteri per la liberta' di informazione e per il diritto di cronaca, rischia di suscitare dubbi, nuove paure e incertezze anche interpretative''. ''In questa circostanza - aggiunge la Fnsi - il ritiro di una bozza di aggiornamento del Codice, voluto dall'allora Presidente Stefano Rodota' e concordato con il Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti del tempo, e' un atto di riguardo e di rispetto per una Carta di valore costitutivo per l'intera professione, per la qualita' dell'informazione e per i diritti dei cittadini. L'attuale Autorita' della Privacy, con la rinuncia a insistere sulla nuova bozza di Codice per i giornalisti - non esclusivamente figlia della stessa Autorita' - ha assunto un'iniziativa esemplare che meriterebbe di essere ripresa anche da politici che vorrebbero cambiare leggi, magari non perfette ma che funzionano, al solo scopo di condizionare il diritto dovere di cronaca e il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati''. (FNSI)